A Bruxelles più spie che europarlamentari

A causa di questo, ha detto, il Belgio “è come un asilo” per le spie, “the place to be” per i servizi segreti. Questi ultimi spesso operano sotto copertura diplomatica o fingono di essere studenti, lobbisti o uomini d’affari, ha aggiunto. Quando gli è stato chiesto il numero di spie che operano nella capitale belga, Winants, la cui organizzazione è responsabile della lotta al terrorismo e controspionaggio, ha detto che “non stiamo parlando di decine, stiamo parlando di centinaia, diverse centinaia”. Ha aggiunto che il numero di agenti dei servizi segreti attualmente attivi in Belgio sono “allo stesso livello dei tempi della Guerra Fredda”.

Questi agenti dei servizi segreti, ha aggiunto, rappresentano paesi come la Russia, la Cina, e molti altri. Alla domanda se sono anche le nazioni alleate con l’Unione europea a fare spionaggio nella capitale belga, Winants ha risposto diplomaticamente che l’intelligence “è un campo in cui la differenza tra i servizi neutri, amichevoli e ostili tende a scomparire”, insomma, “ogni servizio è in concorrenza con gli altri”. E ha aggiunto che “sarebbe ingenuo pensare che solo i paesi come la Russia, la Cina, l’Iran ci sta spiando”. Il Grande Gioco -come lo chiamava Kipling- è insomma partita a tutto campo.

Winants (e qui si svela la ragione della insolita intervista per un capo di uomini invisibili) ha ribadito la sua preoccupazione che il suo servizio è “relativamente piccolo dato l’ampio campo delle minacce con cui abbiamo a che fare”. Ma c’è di peggio: “I servizi di controspionaggio della Ue e la Nato soffrono anche di carenza di personale”. Insomma, le spie-controspie del Belgio (i cugini del nostro Aisi), ci spiega intelNews.org, piangono miseria per battere cassa. Spending review anche per la ‘barbe finte’, e non solo nella nostra povera Italia.

Fonte Globalist