La spia Pollard sarà liberata?

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L’emittente ha collegato questo sviluppo anche al Datagate ed in particolare alla rivelazioni di Edward Snowden – molto imbarazzanti per Washington – secondo cui i servizi segreti statunitensi avrebbero spiato negli ultimi anni, insieme con molti altri leader stranieri, dirigenti israeliani fra cui l’ex premier Ehud Olmert, l’attuale premier Benyamin Netanyahu e l’ex ministro della difesa Ehud Barak.

All’inizio degli anni Ottanta, in contatto con un ufficio del ministero israeliano della difesa, Pollard inoltrò a Tel Aviv informazioni segrete in possesso degli Stati Uniti relative al potenziale militare di diversi Paesi arabi, nonché sui comandi dell’Olp allora dislocati a Tunisi. La vicenda aprì una profonda ferita nell’ebraismo Usa, perché gettava un’ombra sulla lealtà di un cittadino e funzionario statunitense verso la sua patria.

Fonte Cdt

La Nsa può spiare gli Iphone. La Apple nega

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Dalle rivelazioni fatte dalla talpa Snowden, emerge anche che la Nsa sarebbe addirittura in grado di controllare la fotocamera e il microfono degli iPhone. Ovviamente la Apple ha seccamente smentito la notizia e con un comunicato ha fatto sapere che non ha mai lavorato con la Nsa per creare un accesso segreto ai software di propri prodotti.

Spionaggio e privacy: attenzione ora anche i sassi ti osservano

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Nascosti in sassi finti o addirittura sotterrati, questi sensori del sistema SPAN (acronimo di Self-Powered Ad-hoc Network) operano come dei veri “controllori” che vedono ed inviano un segnale, della nostra presenza, al centro di controllo più vicino, gestito da soldati.

Il sistema di “spionaggio” era iniziato per pattugliare l’Afghanistan, ma ora è divenuto disponibile anche per utilizzi in ambito civile. Puo’ essere utilizzato in molti scenari, dal monitoraggio dei confini nazionali fino alla sorveglianza dei perimetri condominiali.

L’utilizzo dei sassi spia non è nuovo. Lo scorso anno i servizi segreti inglesi hanno dichiarato di aver utilizzato una “microcamera” occultata in un sasso all’interno di un parco di Mosca, per sorvegliare un edificio governativo. La tecnologia, era molto limitata in quanto i sensori avevano un costo molto alto, inviavano molto spesso dei falsi allarmi e le batterie duravano poco e sostituirle era un impresa molto difficile che peraltro metteva a rischio l’intera operazione di intelligence.

Ma dalla casa produttrice Lockheed Martin assicurano che questi sassi-spia di ultima generazione hanno fatto un salto evolutivo. La batteria del sistema SPAN ha una durata di anni, si ricarica son il sole, consuma pochissima energia ed usa componenti elettronici a basso costo. “Sono pronti per distribuirlo su larga scala”.

Attenzione, siete avvisati.

Spionaggio, svelata la base segreta per le intercettazioni nel Mediterraneo

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Le immagini di Google Earth  mostrano una serie di fabbricati accanto alle piste di un aeroporto militare ormai in disuso. Spiccano le parabole dei satelliti ma soprattutto una grande antenna circolare, destinata a intercettare tutti i segnali radio in una larga area. Lo spionaggio condotto da quella struttura non riguarda però soltanto le trasmissione nell’etere: qui c’è anche il fulcro del monitoraggio di tutti i dati – conversazioni, mail, traffico Internet – che si muovono lungo i cavi sottomarini posizionati nel Mediterraneo.

Quella di Ayios Nikolaos è una delle due strutture rimaste in mano agli inglesi quando la Gran Bretagna nel 1960 concesse l’indipendenza all’isola. Negli ultimi decenni è stata trasformata in una struttura decisiva per le attività del Gchq, Government Comunication Headquarters, l’agenzia britannica che conduce i programmi di intercettazione elettronica.

L’identificazione non è stata facile. Uno dei documenti di Snowden, pubblicato dal Washington Post, descrive un progetto del Gchq britannico chiamato “ Operazione Mullenize ”. Il file è del 2012 e presenta attività che richiedono “un grande lavoro da parte di individui molto motivati” e fa cenno a tre siti chiamati “Benhall, Bude e Sounder”.

I primi due, come ha scritto il “Guardian” di Londra, sono Benhall, dove si trova il quartier generale del Gchq e la stazione di Bude, poi c’è “Sounder”, una centrale “che si trova all’estero”. Sounder è proprio il nome di copertura della base inglese di Cipro. Era già stato menzionato nel diario dell’ex capo della Nsa statunitense, William Odom, ed è stato scoperto dallo storico specializzato in intelligence, Matthew Aid. Negli appunti di una conversazione del 1988 tra i due capi dell’intelligence americana ed inglese – William Odom e Peter Marychurch – , si specificava che “Sounder” è a Cipro e che la Nsa “si farà carico di parte dei costi”. L’ennesima conferma della gestione condivisa dello spionaggio elettronico tra Washington e Londra.

Il ruolo della base cipriota assume particolare importanza alla luce del primato inglese nella sorveglianza dei cavi sottomarini in fibra ottica, dove oggi corrono tutte le comunicazioni, che si tratti di colloqui telefonici, email o traffico di dati Internet.

I dossier di Snowden hanno permesso alla Sueddeutsche Zeitung di rivelare che gli 007 di Sua Maestà controllano ben 14 cavi sottomarini a fibra ottica: le arterie fondamentali che uniscono America ed Europa con Asia e Africa. Ma la posizione geografica del Regno Unito impedisce di inserirsi negli snodi di queste autostrade dei dati.

La risposta invece viene da Cipro: le mappe dei cavi sottomarini in fibra ottica  indicano l’isola come un hub di numerose line, che la rendono un sito naturalmente adatto a spiare sulle comunicazioni del Mediterraneo orientale e del Medio Oriente. Ci sono cavi che collegano Cipro a Israele e alla Siria, che sono obiettivi scontati per lo spionaggio anglo-americano. Altri cavi collegano Cipro al Libano, all’Egitto, alla Turchia, alla Grecia e all’Europa continentale.

Nella lista delle autostrade sottomarine spiate dai britannici figurano tre cavi che, come ha rivelato l’Espresso in collaborazione con Suddeutsche Zeitung, hanno snodi in Italia e raccolgono le comunicazioni in entrata e uscita dal nostro paese.

Due – SeaMeWe3 e SeaMeWe4 – sono di proprietà di un consorzio internazionale di compagnie telefoniche che include l’italiana “Telecom Italia Sparkle”. Ma la stessa Sparkle fa parte anche dei consorzi che possiedono molti dei cavi che hanno un nodo a Cipro, come il SeaMeWe3, Lev Submarine System, Cadmos, MedNautilus Submarine System, Ugarit, Cios.

Non è chiaro se “Telecom Italia Sparkle” sia informata o collabori in qualche modo con il Gchq nelle intercettazioni di massa. Ottenere intelligence dai cavi sottomarini, di norma, richiede la cooperazione delle aziende di telecomunicazione. In Inghilterra, ad esempio, il Gchq ha avuto una relazione di lunga data con la “British Telecom”, che ha consentito di progettare le infrastrutture a vantaggio degli intercettatori.

E’ anche questo fattore a rendere Cipro perfetta per la sorveglianza: il governo inglese ha amministrato Cipro fino al 1960. Da allora, il trattato che ha garantito l’indipendenza all’isola contiene una clausola speciale: impone alle autorità cipriote di consultarsi e cooperare con quelle inglesi “per assicurare efficaci operazioni in tema di telecomunicazioni nell’isola di Cipro”. In altre parole, l’azienda statale di telecomunicazioni cipriota “Cyprus Telecommunications Authority” (CYTA) è legalmente obbligata ad assistere il governo inglese.

Abbiamo contattato l’azienda di stato cipriota, chiedendo se fosse consapevole che l’intelligence inglese, che opera presso la base di Ayios Nikolaos, intercetta le comunicazioni internazionali che scorrono sui cavi sottomarini che l’azienda possiede e gestisce, chiedendo anche se c’è un qualche tipo di accordo con le autorità inglesi. Il portavoce della Cyta, Lefteris Christou, ha dichiarato: “Cyta rispetta completamente la legislazione europea in materia di protezione dei dati dei suoi clienti e non è coinvolta in alcuna pratica che violi quella legislazione”. Questa risposta, però, dice veramente poco. Le regole sulla privacy presenti nella Direttiva Europea in materia di protezione dei dati non si applicano alle “operazioni che riguardano la pubblica sicurezza, la difesa e la sicurezza dello Stato”.

Gli ingegneri esperti di cavi sottomarini a fibra ottica sostengono che le intercettazioni su questo tipo di strutture avvengono quando un cavo emerge dal mare in prossimità del nodo e quando procede via terra dal nodo verso il centro raccolta dati per connettersi alla rete che lo mette in collegamento con altri cavi. Gli ingegneri sostengono che le informazioni vengono a quel punto duplicate all’interno del centro dati usando uno splitter ottico passivo. Così, un cavo a fibra ottica separato trasporterebbe le comunicazioni intercettate fino alla base di intelligence dove vengono raccolte, nel caso di Cipro, la stazione di Ayios Nikolaos.

La Nsa ha un forte interesse nelle capacità e nelle risorse del Gchq. Un file di Snowden descrive come la Nsa finanzi direttamente i progetti dell’agenzia britannica che ritiene di valore per le sue operazioni di intelligence. Nel 2010, la Nsa ha concesso fondi per 39,9 milioni di sterline (oltre 47 milioni di euro) che sono andati soprattutto al progetto “Mastering the Internet” e per lo sviluppo del sito di intercettazione di Bude. L’anno successivo, stando a quanto riportato dal Guardian, la Nsa ha pagato “metà dei costi di una delle principali strutture di intercettazione a Cipro”.

Un documento del Gchq sul futuro delle operazioni a Cipro argomenta inoltre che le operazioni devono rimanere “ben finanziate ed equipaggiate…in modo da mantenere una relazione sana con i clienti americani”.

Ma il ruolo giocato dagli Stati Uniti non si limita solo al finanziamento. Secondo un ulteriore file di Snowden, a cui ha avuto accesso la Sueddeutsche Zeitung, nelle basi inglesi di Cipro sono presenti anche ufficiali dell’intelligence americana. Nel report si dice che gli agenti americani sono tenuti a vestirsi come dei turisti, perché l’Inghilterra ha promesso al governo di Cipro che nelle basi avrebbero lavorato solo agenti inglesi.

Interpellato per questo articolo, l’ufficio stampa del Gchq ha risposto alle nostre domande sui programmi di sorveglianza portati avanti a Cipro con la sua tipica non risposta: “La nostra policy prevede da sempre di non commentare questioni di intelligence”. Nella mail di risposta si precisava che “le comunicazioni con il Gchq possono essere monitorare e registrate per ragioni di efficienza del sistema e per altri scopi legali”.

Gli Usa e l’Inghilterra coordinano le loro operazioni che riguardano il Medio Oriente da due grandi centri di intelligence: il quartier generale del Gchq in Inghilterra e il centro regionale della Nsa a Fort Gordon, nel sud dello stato della Georgia, Stati Uniti, una struttura nota anche come “Nsa-G”. Entrambi i comandi sono dotati di centinaia di analisti che parlano lingue del Medio Oriente e dei paesi vicini e sono connessi in tempo reale al flusso di telefonate e messaggi intercettati attraverso le strutture locali situate in quella regione del mondo.

Ma, prima di questo articolo, il sito chiave per questo tipo di operazioni, ovvero Cipro, non era stato mai rivelato e quindi, l’influenza cruciale delle operazioni di spionaggio condotte a partire da Cipro sulla politica del Medio Oriente non era mai stata conosciuta in tutta la sua importanza.

Fonte Espresso

Software italiano per le spie Usa

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Narus risponde infatti alla maggiore difficoltà tecnica dell’intero programma: quella di selezionare ciò che interessa nell’incredibile massa di comunicazioni intercettate. Altrimenti, pur enorme che sia, la mole di email o telefonate rastrellate e decodificate rimarrebbe priva di valore.
Nucci non è neppure il solo italiano in questo ruolo chiave. Nei laboratori di Narus ha infatti chiamato anche Mario Baldi, piemontese, come lui con laurea e dottorato al Politecnico di Torino. E, più in generale, l’ingegnere leccese ha stabilito un rapporto di collaborazione continuata tra l’azienda californiana e l’istituto torinese in seguito al quale più di un professore del Politecnico ha partecipato a progetti di ricerca per Narus.

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Insomma, dietro alla tecnologia usata dalla Nsa per spiare il mondo ci sono cervelli italiani. Tra l’altro, neppure i due fondatori dell’azienda californiana sono nati negli Usa. Come Nucci e Baldi anche Ori Cohen e Stas Khirman sono venuti da fuori. Israele nel loro caso. E soltanto nel 2010 hanno venduto il controllo della loro creatura al colosso aeronautico-militare americano Boeing. Tra le carte interne della Nsa finora rese pubbliche da Snowden o dai media internazionali che hanno cercato di ricostruire la portata degli apparati di sorveglianza elettronica da lui svelati, non è ancora emerso alcun dettaglio sulle loro funzionalità o capacità tecniche. Si sa solo che, nell’arco di 12 mesi, la Nsa è in grado di monitorare oltre 250 milioni di comunicazioni online e un numero imprecisato ma probabilmente equivalente di telefonate. Dall’inchiesta del Sole 24 Ore risulta però evidente che un ruolo centrale nella straordinaria opera di setacciamento di email e telefonate condotto dalla Nsa appartiene alla tecnologia sviluppata da Narus, azienda per cui Nucci, in veste di Cto, “coordina e supervisiona l’intero ciclo innovativo, e cioè l’incubazione, la ricerca e la sviluppo” di nuove tecnologie. Sono infatti soprattutto macchine con piattaforma software Narus a permettere alla Nsa di estrapolare e analizzare i dati digitali che viaggiano attraverso la rete a fibre ottiche che mette in comunicazione il mondo intero.

Fonte Il Sole 24 Ore

Paura per la privacy? Arriva Hemlis, l’app che cripta i messaggi

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Se criptare una telefonata appare al momento impossibile per i comuni mortali, lo stesso non si può dire per email, sms, e messaggistica istantanea.

Il co-fondatore di Pirate Bay, Peter Sunde, ha infatti inventato un’applicazione che permette di mantenere la privacy nell’era di Prism, ma anche di Facebook, Google e Apple.

Trattasi di un’applicazione di nome Hemlis (che in lingua svedese significa “segreto”) che cripta le informazioni sia in entrata che in uscita. I messaggi potranno dunque essere visti solo da mittente e destinatario.

L’app è gratuita se non si richiedono caratteristiche extra.

Fonte Teleborsa

Servizi segreti, Aisi, Aise e Dis. Come funziona la nostra intelligence

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Che ha sostituito Gianni De Gennaro, già ex capo della Polizia, diventato sottosegretario con delega ai servizi. Incarico ora affidato a Marco Minniti (Pd).

Fu a a De Gennaro – come ha scritto il Fatto Quotidano – che l’ex premier Silvio Berlusconi chiese di eliminare il Colonnello, suo amico  – nonché secondo diversi racconti inventore dell’espressione bunga bunga –  perché la crisi libica scoppiata nella primavera 2011 contribuiva al suo logoramento internazionale e al suo debolimento politico interno. Gheddafi, ed è storia, morì ammazzato a Sirte il 20 ottobre 2011. E il Cavaliere perse Palazzo Chigi il 12 novembre successivo.

Come a coordinare Aisi e Aise c’è il Dis, a sua volta il Dipartimento dipende dal sottosegretario delegato, espressione del governo. Gli altri organi sono il Copasir – Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, ora presieduto da Giacomo Stucchi (Lega Nord) e prima ancora, dal gennaio 2010, da Massimo D’Alema (Pd) – e il Cisr – Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica, di cui fanno parte premier e ministeri. E’ un organismo di consulenza, proposta e deliberazione sugli indirizzi e sulle finalità generali della politica dell’informazione per la sicurezza.

Fonte Il Fatto Quotidiano

“Storia dei servizi segreti italiani”: ecco come sono cambiati

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E’ la prima volta che una donna, nel nostro paese, pubblica un testo su questo argomento. Partiamo da un dato. In Italia di Servizi ne abbiamo due, Aise e Aisi. Non è un inutile dualismo?

No, anche Israele, Francia e Gran Bretagna hanno due strutture, come noi. In Italia l’Aisi –ex Sisde- si occupa della sicurezza interna, l’Aise –ex Sismi- della sicurezza esterna. Poi c’è il Dis –l’ex Cesis- che non è un Servizio ma si occupa di coordinarli, svolgere un’attività di controllo e collegamento con la Presidenza del Consiglio dei Ministri”.

E’ il risultato della riforma svolta dalla legge 124 del 2007, che ha portato delle novità sostanziali. Ad esempio, la maggiore trasparenza dei Servizi, vero?

Sì, la legge contiene un fatto rivoluzionario –risponde Colonna Vilasi – afferma che è necessario diffondere la comunicazione e la cultura dell’intelligence. E infatti oggi c’è un sito, www.sicurezzanazionale.gov.it, dove molti materiali, link, glossari e informazioni sono accessibili a tutti. E’ uno dei segni di quanto sia cambiato questo mondo”.

Oggi come oggi, innanzitutto, i Servizi non servono più solo a difendere le strutture dello Stato, ma l’intera collettività. Poi, sono nati dei Master per formare e selezionare il personale: non sono ancora dei corsi universitari, ma intanto ci sono. Ma è cambiata anche la storia delle schedature illegali? E’ una faccenda che parte purtroppo da lontano, in Italia.

“Comincia con quelle di massa fatte dall’allora Sifar tra il 1959 ed il 1967, quando il Servizio era guidato dal generale De Lorenzo –spiega Colonna Vilasi – ed era stato messo in piedi un sistema scientifico: ogni volta che in un fascicolo si citava qualcuno, se ne apriva un altro su questa persona. E così via, raccogliendo anche informazioni sulla vita privata. Alla fine al Sifar c’erano 157.000 fascicoli, di cui ne vennero dichiarati illegali ben 34.000. Il problema era che mancava una legge che dicesse cosa si poteva schedare e cosa no”.

Gli episodi si sono ripetuti e il libro li racconta nel dettaglio.

“C’è stata la schedatura operata da Pio Pompa e scoperta nel 2007: magistrati, scrittori, uomini politici, giornalisti erano finiti nel mirino di un’attività nella quale era andato oltre il suo mandato. O l’archivio scoperto nel 1996 a Circonvallazione Appia. Erano fascicoli dell’Ufficio Affari Riservati, struttura “storica” di intelligence del Ministero degli Interni: solo che erano pieni di informazioni manipolate, filtrate. In pratica l’Uar fino al 1984 aveva trasmesso alle forze dell’ordine solo quello che voleva, quello che era utile per i suoi scopi”.

Come si può evitare di ricaderci di nuovo?

“Il Servizio dovrebbe stabilire cosa schedare e cosa no, perché il solo concetto di “sicurezza nazionale” è assai vago. Se poi l’intelligence italiana non è al servizio della nazione, ma del politico di turno, possono accadere queste cose”.

Ma uno degli aspetti più sorprendenti dell’evoluzione del ruolo dei Servizi viene proprio dalle finalità del loro lavoro. Una volta sentivate parlare di spie: ma era l’epoca della contrapposizione tra Russi e Americani e l’intera Europa era un gigantesco terreno di scontro tra agenti che si rubavano segreti l’un altro, che si infiltravano, che venivano scambiati. Da molti anni la vera attività dei Servizi è l’intelligence: la prevenzione del fenomeno terroristico, ad esempio. E non ci sono segreti da violare, piuttosto bisogna fare un’ enorme attività di analisi di dati. Dati che sono qui, su internet, disponibili a tutti. Ma che vanno trovati e interpretati, per capire da dove arriverà la minaccia.

“Sì, l’analisi da fonte aperta è diventata importantissima –conferma Colonna Vilasi – ed è cambiata anche l’intelligence a livello internazionale. C’è in atto una privatizzazione”. Possibile? “Esistono strutture di ricerca ed analisi dati private, che ne forniscono a pagamento a enti governativi e non, ad istituti di ricerca, certo non a privati cittadini. Non sono più i Servizi ad avere il monopolio dei dati. Ad esempio, c’è Oxford Analytica, una banca dati che raccoglie e ordina informazioni sulla situazione geo-politica dei paesi, sulle religioni. Oppure quella dell’Università di Monterey, specializzata nel traffico di droghe. E’ un mondo nuovo”.

Ne è passato di tempo da quando, nell’Ottocento, i Servizi del Ducato di Modena e del Regno Lombardo-Veneto andavano a cavallo…

Fonte Cronaca-nera

Agente Cia arrestato a Mosca «Provocazione da guerra fredda»

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Nelle immagini successive diffuse dall’FSB – il servizio russo – e rilanciate da Russia Today si vedono le parrucche (una forse la indossava al momento della cattura), denaro e altri oggetti. Per il controspionaggio lo 007 avrebbe offerto un milione di dollari ad un agente russo in cambio della collaborazione. Fogle, inoltre, avevo un foglio con le istruzioni per la recluta: evitare di usare propri apparati e comprarne uno solo per i contatti, ricorrere ad un Internet caffè, creare un account gmail, scrivere un messaggio a unbacggdA@gmail.com e attendere una settimana per la risposta.

DUBBI – Questi ultimi dettagli lasciano però perplessi. Possibile che l’uomo della Cia se ne andasse in giro con le istruzioni in tasca? Sono stati i russi ad «aggiungere» il materiale per metterlo alla berlina? Hanno voluto imitare l’Fbi quando fece circolare i video delle spie dell’FSB scovate negli Stati Uniti? Dopo il fermo Fogle è stato condotto in ufficio del servizio segreto, è stato interrogato e quindi consegnato alla sede diplomatica Usa. Qualche ora dopo lo hanno dichiarato «persona non grata» e sarà espulso. Il Ministero degli Esteri, a sua volta, ha convocato per mercoledì l’ambasciatore per le proteste di rito. Il duello di intelligence tra russi e americani è sempre forte anche se in chiave anti-terrorismo ci sono tentativi di collaborare.

POLEMICHE DOPO BOSTON – Dopo le bombe di Boston è nata una polemica perché i servizi russi non hanno fornito agli americani tutte le informazioni che avevano sull’attentatore di origine cecena Tamerlan Tsarnaev. E per ben tre volte non hanno replicato alle richieste di chiarimenti da parte dell’Fbi. Una mancata cooperazione dovuta forse ai «vecchi» rancori e alla necessità di coprire proprie fonti negli Stati Uniti.

«PROVOCAZIONI DA GUERRA FREDDA» – La scoperta di un «classico arsenale spionistico» nonchè di una grossa somma di denaro non smaschera solo un agente straniero colto in flagrante ma solleva ‘questioni serie» per gli Usa: lo dice il ministero degli esteri russo, definendo l’individuazione di un agente della Cia una «azione provocatoria nello spirito della guerra fredda».

Fonte Corriere.it

Campagna online del Mossad per reclutare nuovi agenti

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Naturalmente si avverte delle controindicazioni: uno stile di vita irregolare, compensato però dal fascino di continui viaggi oltreoceano. Insomma, residenza in Israele ma frequenti trasferimenti in tutto il mondo, come un vero 007. Nel sito del Mossad, i posti di lavoro a disposizione: intelligence, ricerca e logistica, sicurezza. Tra i requisiti, la conoscenza di fondamentali e strategiche lingue straniere – per lo più persiano contro il nemico Iran e arabo per gli altri Paesi vicini.

Un modo, forse, per ripulire l’immagine del Mossad dopo il caso del Prigioniero X, morto “suicida” in un carcere israeliano dopo aver servito i servizi. La storia della spia Ben Zygier, cittadino australiano e israeliano, era stata ripescata da un’emittente australiana. Subito l’intelligence israeliana aveva tentato di nascondere e coprire la vicenda, non certo un buon biglietto da visita per dei servizi comunque noti in tutto il mondo per operazioni clandestine e omicidi mirati. Nena News

Fonte Globalist