Rilevatore di Microspie GSM 2G /3G/ 4G Wifi /Bluetooth

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Il Rilevatore di microspie GSM può essere utilizzato in sale per meeting sensibili alla ricerca di dispositivi nascosti, per rilevare l’uso non autorizzato di telefoni cellulari negli uffici, per aule in cui si tengono esami, ospedali e prigioni così come nei veicoli per trovare dispositivi di tracciamento nascosti (localizzatori satellitari)

Il MAC-501 ha anche un rilevatore 2.400 MHz separato, per la crescente minaccia dovuta ai dispositivi Wi-Fi, Bluetooth e Video.

Questo rilevatore di microspie offre un livello di rilevamento senza precedenti in un dispositivo portatile e registra tutte le attività cellulari che avvengono nel range di rilevamento.

Il MAC-501 rileva segnali per le bande esistenti 900 MHz (2G), 1800 MHz (2G/4G), 2100 MHz (3G), oltre alla nuova banda cellulare 4G 800 MHz (4G LTE) e 2600 MHz (4G LTE). Amplificatori di guadagno multipli assicurano il rilevamento fino a 50 metri in funzione della forza del segnale e delle condizioni ambientali.

Un sistema a menù semplice ed intuitivo visualizzato su un display TFT a colori consente all’utilizzatore di eseguire un rilevamento in tempo reale oppure di vedere gli eventi che sono stati registrati precedentemente. Ciascuna banda ha una visualizzazione individuale a 20 elementi che mostrano la forza del segnale, che consentono di rilevare e localizzare con precisione e facilità la sorgente del segnale stesso.

La modalità di allarme acustico (“Beep”) consente di monitorare l’ambiente senza guardare il display e la modalità silenziosa a vibrazione può essere utilizzata per aree particolarmente sensibili.

Fino a 4.000 eventi cellulari possono essere memorizzati nel MAC-501 per visualizzarli come lista oppure graficamente. Ciascun segnale rilevato (non importa per quanto a lungo) sarà registrato con Tempo/Data, Durata, Banda Rilevata e Potenza del Segnale. Questo può essere particolarmente comodo nell’identificazione del tipo di dispositivo di trasmissione che è stato utilizzato. Per esempio: una striscia di impulsi regolari e brevi in una banda particolare rappresenta quelli che tipicamente provengono da un dispositivo di tracciamento GPS/GSM. Questi possono essere visualizzati chiaramente nella Modalità Grafico come linee spaziate fra loro in modo regolare che rappresentano la natura pulsante della trasmissione.

Anche controllare le attività delle chiamate a certi orari del giorno può aiutare ad identificare un uso non autorizzato in aree sensibili come prigioni, sale riunioni aziendali, sale per esami, ecc.

L’intero protocollo degli eventi essere scaricato in una chiavetta USB per il trasferimento e la memorizzazione in un computer per l’analisi e la realizzazione di report.

Inoltre il Rilevatore di Microspie GSM MAC-501 è dotato anche di un modulo aggiuntivo a 2.4GHz per il rilevamento in tempo reale e la registrazione. Questo è progettato per il rilevamento di minacce provenienti dalla nuova generazione di dispositivi di spionaggio che utilizzano questa banda come Bluetooth, e Wi-Fi. Questi dispositivi possono, per esempio, registrare l’audio su lunghi periodi di tempo, e poi trasmetterlo con brevi e regolari impulsi.

Rileverà anche altri dispositivi che utilizzano questa banda come dispositivi video. Algoritmi complessi analizzano il segnale rilevato per aiutare ad identificarne il tipo, ossia Bluetooth, Wifi, oppure altri segnali a 2.4Ghz. La modalità di rilevamento a 2.4Ghz memorizza le ultime 24 ore di attività che possono essere visualizzate comodamente in modalità grafica.

Il MAC-501 è progettato e prodotto con i più alti standard tecnologici ed è accolto in un contenitore di alluminio aeronautico lavorato a macchina. Utilizza una batteria agli ioni di litio integrale ed è fornito con caricabatterie. Il sistema completo è fornito in una valigetta ad alta resistenza a standard militare per ulteriore protezione.

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Servizi segreti, Aisi, Aise e Dis. Come funziona la nostra intelligence

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Che ha sostituito Gianni De Gennaro, già ex capo della Polizia, diventato sottosegretario con delega ai servizi. Incarico ora affidato a Marco Minniti (Pd).

Fu a a De Gennaro – come ha scritto il Fatto Quotidano – che l’ex premier Silvio Berlusconi chiese di eliminare il Colonnello, suo amico  – nonché secondo diversi racconti inventore dell’espressione bunga bunga –  perché la crisi libica scoppiata nella primavera 2011 contribuiva al suo logoramento internazionale e al suo debolimento politico interno. Gheddafi, ed è storia, morì ammazzato a Sirte il 20 ottobre 2011. E il Cavaliere perse Palazzo Chigi il 12 novembre successivo.

Come a coordinare Aisi e Aise c’è il Dis, a sua volta il Dipartimento dipende dal sottosegretario delegato, espressione del governo. Gli altri organi sono il Copasir – Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, ora presieduto da Giacomo Stucchi (Lega Nord) e prima ancora, dal gennaio 2010, da Massimo D’Alema (Pd) – e il Cisr – Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica, di cui fanno parte premier e ministeri. E’ un organismo di consulenza, proposta e deliberazione sugli indirizzi e sulle finalità generali della politica dell’informazione per la sicurezza.

Fonte Il Fatto Quotidiano

INTERCETTAZIONI, NUOVA LEGGE IN ARRIVO. “PRIVACY A RISCHIO, COLPA DEI COLOSSI WEB”

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E «proprio per favorire un giornalismo maturo e responsabile», il Garante intende anche «promuovere una riflessione sul possibile aggiornamento del codice dei giornalisti, al fine di coniugare al punto più alto diritto di cronaca e dignità della persona. Per tale obiettivo – sottolinea – questa potrebbe essere una strada meno divisiva e forse più concludente rispetto alle diverse ipotesi legislative tentate nella scorsa legislatura».

“NO A MODELLO USA, UE DIFENDA LA PRIVACY” «La pretesa di proteggere la democrazia attraverso la compressione delle libertà dei cittadini rischia di mettere in discussione l’essenza stessa del bene che si vuole difendere». Il Garante privacy Antonello Soro prende le distanze dal caso Datagate e sottolinea l’impegno Ue a non «rivedere al ribasso» la tutela della riservatezza. «Sempre più pressanti – sottolinea Soro nella sua prima Relazione annuale al Parlamento – sono le istanze delle autorità di polizia ad accedere ai dati raccolti per ben altre finalità. Le notizie provenienti dagli Stati Uniti accrescono i nostri timori».

Il Garante conserva invece «con ostinazione l’idea che il rispetto dei diritti fondamentali debba ancora essere una delle principali discriminanti tra i regimi democratici e quelli illiberali. Su questa base – rivendica – abbiamo immediatamente avviato contatti con le altre Autorità europee con l’obiettivo di promuovere un’azione congiunta. L’Europa non è prigioniera di una illusione quando tenta di fronteggiare questi mutamenti e, con la revisione complessiva delle norme in tema di protezione dei dati, che dovrebbe vedere la luce all’inizio del 2014, intende ribadire il ruolo centrale delle proprie regole, superando le notevoli resistenze che provengono da altri Paesi e da grandi corporazioni. Dobbiamo evitare che queste forti e pressanti azioni di lobbying si concretizzino nella spinta a rivedere al ribasso le norme poste a tutela della riservatezza».

L’UE, infatti, «prima che su logiche di mercato si fonda sui diritti, unico vero contrappeso alla pericolosa pretesa che soltanto l’economia possa rappresentare la misura di tutti gli aspetti della vita: in questa cornice la protezione dei dati rappresenta un valore non eliminabile, espressamente e indissolubilmente legato all’esistenza di una Autorità di garanzia».

“BASTA STRAPOTERE COLOSSI DEL WEB” Il potere dei colossi di Internet «non può più essere ignorato, così come non sono più accettabili le asimmetrie normative rispetto alle imprese europee che producono contenuti o veicolano servizi». Lo dice il Garante privacy Antonello Soro, puntando il dito contro gli operatori ‘over the top’ (come Google, Facebook, Amazon).

«Nel mondo globalizzato – sottolinea Soro nella Relazione annuale al Parlamento – si confrontano una moltitudine di individui che quotidianamente alimentano il mercato dei dati, ed un numero ridotto di soggetti di grandi dimensioni (i cosiddetti Over the top che dominano in specifici ambiti, come Google fra i motori di ricerca, Facebook fra i social network, Amazon fra le vendite on-line) che esercitano la propria attività in posizione pressochè monopolistica e presso i quali si concentra, indisturbato, l’oceano di informazioni che circolano in Rete». Questi colossi di Internet «diventano sempre più intermediari esclusivi tra produttori e consumatori».

Per questo, secondo il Garante, che ricorda di aver avviato «un procedimento nei confronti di Google per la gestione opaca relativa alle nuove regole privacy adottate», «non dovremmo permettere che i dati personali diventino di proprietà di chi li raccoglie e dobbiamo anche per tale ragione continuare a pretendere la trasparenza dei trattamenti». Gli interessati in prima persona, ammonisce Soro, «devono acquisire nuova consapevolezza, diventando parti attive nel pretendere e richiedere la tutela dei propri dati e la trasparenza dei trattamenti cui sono sottoposti».

LOTTA ALLA VIOLENZA VERBALE IN RETE «Non possiamo più essere indulgenti con la violenza verbale presente nella rete». Il Garante privacy Antonello Soro dice basta agli «illeciti, tutt’altro che di opinione!» che «rischiano di rendere la rete, da potente strumento di democrazia, spazio anomico dove si può impunemente violare i diritti». Nella Relazione annuale al Parlamento, Soro nota come nelle piazze virtuale «in molti, troppi casi l’opinione dissenziente si trasformi in offesa, la critica tracimi nell’oltraggio». E così la rete « può essere utilizzata come canale di propagazione di ingiurie, minacce, piccole o grandi vessazioni, fondate sull’orientamento di genere o dirette contro le donne in quanto tali ovvero le minoranze etniche o religiose: con conseguenze a volte drammatiche».

La giurisprudenza, sottolinea, «sta tentando di affermarne una qualche regolamentazione, radicando la competenza dei giudici nazionali rispetto a reati che ledono diritti fondamentali dei propri cittadini e prevedendo alcune responsabilità dei provider, ancorchè stabiliti al di fuori dell’Europa, qualora non si attivino per rimuovere i contenuti illeciti». È un tema, riconosce il Garante, che «appassiona e divide le opinioni pubbliche in ogni parte del pianeta».

A suo giudizio, «si dovrebbe riflettere su forme di responsabilizzazione dei principali protagonisti della Rete tali da bilanciare il diritto all’anonimato con le esigenze di accertamento dei reati, nella convinzione che non possa lasciarsi tutto all’ordine privato del mondo affidato alla sola logica di mercato. Anche perchè troppo spesso i monopolisti operanti sul web, in una logica puramente mercantile, si sono piegati a richieste, anche censorie, di governi non democratici».

Fonte Leggo.it