Aiutò la Cia, cacciata Save the Children

L’Organizzazione internazionale nega ogni accusa. Ammette che il Dottor Afridi ha partecipato a training e seminari, ma come hanno fatto altre decine di migliaia di medici e operatori sanitari in Pakistan.

Da Londra la Direttrice del settore Comunicazione di Save the Children, Ishbel Matheson, sottolinea che l’Organizzazione, “imparziale e umanitaria” non ha mai condotto un programma di vaccinazione ad Abbottabad.

Il punto è che ora in Pakistan esiste un diffuso sentimento di sospetto verso le Organizzazioni internazionali.

Non si può escludere che la Cia abbia qualche infiltrato nelle Ong, come altrove.

Fonti diplomatiche dal Pakistan confermano che il personale internazionale delle Organizzazioni umanitarie non ha vita facile dall’anno scorso.

L’Amministrazione Obama non poteva non sapere che usare una falsa campagna di vaccinazione per scopi d’intelligence avrebbe avuto conseguenze gravi per il settore della Cooperazione.

Se l’eliminazione di Bin Laden è inserita nell’elenco dei successi di Obama nella campagna elettorale in corso negli Usa, delle ripercussioni del blitz in Pakistan non si parla, perché sono tutt’altro che positive, specialmente per la popolazione locale, che ci rimette, a cominciare dal Dottor Afridi.

Già è accaduto che in seguito a questa vicenda, in varie zone del Pakistan in cui i talebani mantengono influenza, non è stato possibile portare avanti campagne di vaccinazione anti-polio. Senza Save the Children, che lo scorso anno ha avuto a disposizione in Pakistan un budget di 105 milioni di dollari, i bambini senza assistenza sono destinati solo ad aumentare.

Vagli a spiegare che per beccare Bin Laden la Cia ha avuto la bella idea di servirsi degli umanitari come copertura. Di certo in Pakistan non mancano informatori, né satelliti.

Obama ha il demerito di non aver imposto il segreto assoluto su questa faccenda. Nonostante sia una stelletta da appuntarsi al petto nel duello per la Casa Bianca.

Fonte Globalist