L’offensiva degli hacker contro Israele

Non è la prima volta che i cyberattivisti entrano in gioco nelle offensive tra Gaza e Israele. Gli attivisti nelle file di Anonymous, infatti, nei giorni scorsi avevano attaccato siti di organizzazioni, aziende e istituzioni israeliane. Si era parlato di circa 44 milioni di tentati attacchi hacker da parte dei pirati informatici,  650 presi di mira da Anonymous  ( ‪#OpIsrael). E alcuni hacker pakistani a inizio settimana avevano colpito siti israeliani di spicco, come quelli della Bbc, della Cnn, della Coca Cola e di Intel. Oggi gli attacchi continuano, anche se ZCompanyHackingCrew ci tiene a precisare: “Zhc non è Anonymous, lavoriamo con loro per alcuni progetti, ma siamo un gruppo completamente separato”.

Un team che stavolta ha preso di mira Silvan Shalom, violando gli account dei suoi principali profili sui social media e quello di Gmail, rivendicando di poter aver accesso alle mail e minacciano di rilasciarle già domani. Hackerato, in maniera palese come mostrano gli aggiornamenti, il profilo Twitter ( @SilvanShalom), così come quello di YouTube, in cui sono stati caricati video a sostegno della fine del conflitto a Gaza. Irraggiungibile la pagina Facebook (anche se quella del personaggio pubblico lo è ancora), e anche, quella più personale, del proprio blog, che ha subito un completo restyling dopo l’attacco sferzato da Zhc. E sebbene la stessa organizzazione dichiari di non far parte di nessuna cyberguerra, è evidente che l’attacco al sito del vice primo ministro israeliano non può considerarsi un caso a sé. Non dopo i tentativi di Anonymous e quelli degli hacker pakistani, scrive The Next Web.

Fonte Wired.it