Sullo “spione” l’ombra degli 007

Altana, origini genovesi, è stato interrogato ieri mattina in carcere a Torino, dopo essere stato arrestato nei giorni scorsi per tentato furto, quando la polizia lo ha sorpreso mentre stava per saccheggiare (con ogni probabilità di documenti) una macchina. Perquisendo la sua abitazione si sono resi conto, definitivamente, di che personaggio fosse. Sospettato d’essere l’uomo che negli ultimi mesi ha messo on-line i segreti della guerra fra Marco Tronchetti Provera e i genovesi Malacalza per il controllo di “Camfin”, e in generale d’essere il corvo-hacker che da anni – tramite il sito Indymedia e sotto gli pseudonimi di “Interceptor” e “Mister Bean” – diffonde dossier riservati su potenti d’ogni risma molti dei quali residenti nel capoluogo ligure, aveva in casa un autentico “tesoretto” d’incartamenti.

Perciò il pm Laura Longo lo ha interrogato d’urgenza (lo assiste, da sempre, il legale genovese Riccardo Caramello) focalizzando le domande su come si procura tutti quei fascicoli. E ricevendone in cambio la risposta che, anziché chiarire il quadro, innesca altri dubbi. Facendo interrogare tutti su quanto, la collaborazione con gli 007 da parte di Altana, faccia esclusivamente parte del passato.

Lui ammette, in modo netto, di avere chi gli procaccia il lavoro, sebbene sia molto evasivo sulla “ricompensa” per quel che svolge. Ribadisce di ricevere i computer, o comunque i supporti informatici contenenti i file «d’interesse», in luoghi prestabiliti, dentro auto di cui possiede le copie delle chiavi. E però glissa il più possibile sui mandanti delle apparenti violazioni, sebbene occorra a questo proposito una precisazione. Sull’interrogatorio vige il massimo riserbo, in particolare sulla possibilità che gli investigatori abbiano esplorato il passato da “spione” di Pietro Altana e la sua vecchia liaison con l’ex Sisde.

Fonte Ilsecoloxix