Fedeltà del partner? Attenzione alle responsabilità penali

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Avvocato Puglisi le capita spesso di avere a che fare con detective improvvisati?

Sì, sempre più spesso, anche perché rivolgersi a professionisti è molto più caro. Essendo un avvocato divorzista mi capita di avere a che fare con clienti che arrivano in studio con prove dell’infedeltà del coniuge. Sperano in questo modo di ottenere la separazione con addebito o il risarcimento del danno”.

Quali strumenti utilizzano?

“Naturalmente registratori, microspie e fotocamere ma anche Keylogger e Trojan, software sofisticati che servono a spiare il partner”.

Come funzionano?

Il keylogger è un programma che registra qualsiasi mail e messaggio ricevuto dal computer in cui è installato. E’ uno strumento molto preciso in grado di intercettare tutto ciò che un utente digita sulla tastiera di un altro computer. Il Trojan è una specie di virus che serve ad accedere al computer della vittima”.

E’ legale?

“Dipende. In molti casi chi si improvvisa 007 commette reati passibili di querela. In ogni caso le prove di tradimento acquisite non si possono utilizzare in sede legale. Spesso si rischia la reclusione senza nemmeno poter addurre, come molti coniugi tentano di fare, l’esimente di aver agito nel superiore interesse dell’unità familiare”.

Gli USA vogliono spiare Gmail e Dropbox in tempo reale

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Nel calderone dei nuovi canali da controllare rientra praticamente qualsiasi cosa si possa definire comunicazione digitale: posta elettronica, sistemi di archiviazione e condivisione di dati (es. Dropbox), chat (es. Google Chat); nemmeno i videogiochi si salvano, perché anch’essi si possono usare per parlare.

L’FBI vuole però più libertà di azione rispetto a quella che già ha (un concetto peraltro già espresso),  per poter agire più in fretta e con meno burocrazia tra i piedi: per esempio, è un problema la crittografia dei messaggi scambiati con Gmail. Una richiesta che solleva i dubbi di chi ci tiene alla privacy.

Se si considera questa novità un semplice adattamento ai tempi moderni, potremmo dire che è tutto normale, ma le potenziali violazioni della privacy sono dietro l’angolo. Se l’FBI vuole usare questo potere per dare la caccia a un pericoloso terrorista, crediamo che nessuno avrebbe nulla da dire. Ma se l’indagine nasce su richiesta di una casa cinematografica, per dare la caccia a qualche pirata digitale, sarebbe comunque accettabile?

Non che la violazione di copyright sia un problema da prendere sottogamba, ovviamente, ma crediamo che qui sia necessario fare davvero molta attenzione – se non altro perché il potere degli editori si è fatto sentire fin troppo spesso sulle azioni di inquirenti e giudici. Gli interessi di produttori, editori e artisti vanno difesi, ma non a ogni costo. Se il prezzo da pagare per non far morire queste aziende è una perdita delle nostre libertà civili, allora è meglio che muoiano.

Fonte Tomshw