Cisco ti spia. E se vuole ti blocca la connessione

E’ cominciata così la ricerca in rete, sulle pagine della Cisco. E si è capito che non si è trattato di un errore ma di qualcosa di più grave, di molto più grave. Per riconfigurare il router da quel momento in poi, era necessario iscriversi al Cisco’s cloud. Il servzio offerto dalla multinazionale che ospita i dati degli utenti sulla “nuvola”. Cosa che fanno ormai in tanti. Una brutta sorpresa, si diceva. Ma che in fondo – come spiegano gli esperti – dovrebbe avere vita breve, visto che basterà una class action per costringere la Cisco a recedere dall’obbligo, che non era previsto in nessuna clausola contrattuale.

Ma questo sarebbe ancora nulla. Perché in realtà s’è scoperto di più, s’è scoperto che attraverso il suo servizio cloud, la multinazionale pretende di controllare il tuo traffico. C’è una clausola di accesso alla “nuovola” di Cisco che consente alla società di interrompere la connessione se l’utente viene “pizzicato” in attività illecite. Voce dentro cui c’è un po’ di tutto: dalla frequentazione di siti per pedofili, fino all’uso dei database di Pirate Bay. Insomma, Cisco bloccherà i suoi (i tuoi) routers se penserà che stai scaricando materiale coperto da copyright.

Nessuno, neanche gli estensori del trattato Acta, sarebbero riusciti ad immaginare una cosa simile: il controllo, lo spionaggio dentro le proprie “navigazioni” on line, ad opera di una multinazionale. Resta da dire che la denuncia ha costretto la Cisco sulla difensiva. E sul blog – su uno dei blog di Cory Doctorow, il guru della battaglia per le libertà digitali – la società, in un post, scrive che “ora è anche possibile ripristinare le vecchie condizioni d’uso”. Chi vuole, insomma, può non essere monitorato. Per gli altri, per chi non se ne accorge, per i distratti restano in vigore le nuove condizioni. Si è spiati, insomma, col silenzio-assenso.

Fonte Globalist