Da chi l’ha conosciuta Irena – Hamina viene descritta come un ragazza normale, anzi particolarmente vicina alla Chiesa cattolica, che aveva molto sofferto gli anni della guerra civile e della dissoluzione della Jugoslavia. A Zagabria conduceva una vita normale, aveva un fidanzato e un lavoro: poi d’un tratto, forse attraverso alcuni amici venuti dalla Bosnia, era entrata in contatto con l’Islam ed era stata folgorata dalla lettura del Corano. Le sue tracce si perdono verso la fine del 2007: senza dare spiegazioni Irena si dimette dal lavoro, lascia il fidanzato e sparisce.
Darà tracce di sé un paio di anni dopo nello Yemen, dove ha assunto il nome di Amina ed ha sposato con rito islamico Anwar Al-Awlaki, prima capo guerrigliero in Iraq e poi volontario nelle fila di Al Qaeda. Con il marito la terrorista bionda si era spostata nel piccolo emirato per frequentare corsi intensivi in campi di addestramento fino a quando, l’anno scorso, l’incursione di un “drone” americano aveva ucciso Anwar. Da quel momento Amina-Irena avrebbe dedicato la sua vita alla vendetta fino a decidere qualche mese fa di abbandonare il Medio Oriente per rientrare in patria.
Dove probabilmente adesso si nasconde sotto falso nome contando sull’aspetto slavo e sulla perfetta conoscenza della lingua. A far scoprire la sua storia è stato il vecchio incontro con un giornalista danese, Morten Storm che dopo averla vista assieme a marito nello Yemen per primo aveva scritto della croata bionda che preparava attentati contro la sua gente. Adesso si spera che la storia ricostruita da “Vecernji List” renda possibile individuare la ragazza kamikaze, le suo foto da brava ragazza cattolica sono state diffuse in ogni ufficio di polizia della Croazia.
Fonte Globalist