Ecco Tyler, la WikiLeaks decentralizzata

Diciamo subito che non è facile, sia chiaro. Un po’ per ironia, un po’ per scaramanzia, Tyler – su cui lavora un gruppo di programmatori vicini ad Anonymous – è stata lanciata ufficialmente tra il 21 e il 22 dicembre, in coincidenza con la profezia taroccata dei Maya, dopo mesi di annunci che non hanno aiutato a fare chiarezza né sulla tempistica né sulla sua natura.

Wired.it è andato a dare un’occhiata da dentro per capire esattamente di che si tratta. Dal punto di vista del software, Tyler si basa su RetroShare, una piattaforma di comunicazione decentralizzata open source. Il primo passo dunque è quello di scaricare il client, e di configurarlo secondo alcune indicazioni diffuse dagli ideatori del progetto. RetroShare identifica gli amici di un utente attraverso i certificati crittografici PGP, che sono creati insieme al profilo. Ciò rende le comunicazioni criptate e sicure; nel contempo significa che per diventare amico con qualcuno bisogna scambiarsi le reciproche chiavi PGP. Il PGP ( Pretty Good Privacy) è il programma di crittografia più usato al mondo, e il più vicino a un livello di sicurezza militare, almeno secondo l’esperto di cybersecurity Bruce Schneier.

RetroShare ha tutte le funzioni di un social network: si può inviare mail, chattare in due o in gruppo, scambiare qualsiasi tipo di file, accordare diversi gradi di fiducia ai propri conoscenti, navigare tra canali tematici e forum.

Nel contesto di RetroShare, Tyler è dunque un network interno, un canale, e un work in progress. Soprattutto, è una rete di utenti, e la parte più difficile finora è proprio accedervi, sia per la natura riservata del progetto e di Anonymous, sia perché il network è solo agli inizi, in una fase di pre-beta.

Al momento attuale per ottenere i contatti giusti conviene bazzicare sul canale #optyler di irc.voxanon.org, dove nei giorni scorsi si potevano incontrare utenti che cercavano disperatamente qualcuno con cui scambiare le proprie chiavi PGP e diventare amici. Il che non ha mancato di sollevare critiche sulla sicurezza del progetto. “ Per ora uno dei punti dolenti è proprio come entrare nel network senza esporre la propria chiave PGP”, spiega a Wired.it Winston Smith, il nickname di uno dei promotori del progetto: “ Anche se dovremmo risolvere il problema usando lo stesso RetroShare per questo tipo di scambio”.

Una volta entrati nella comunità di Tyler, si possono vedere i primi file caricati, i primi leaks. Di nuovo, finora nulla di clamoroso: documenti sulla polizia spagnola, o sui comportamenti di alcune telecom. Il fatto è che qui non esiste la figura del leaker, della gola profonda separata dal WikiLeaks della situazione. Qui i Bradley Manning e i Julian Assange sono entrambi nodi di un network, e i leaks circolano sullo stesso come documenti rimbalzati su un qualsiasi social. I più importanti, i più notevoli si diffonderanno naturalmente nel grafo, fino ad arrivare a essere pubblicati da più soggetti. “ Le differenze con ParAnoia (l’ altro progetto di leaking di area Anonymous, nda) ?”, spiega ancora Winston: “ ParAnoia ha un punto centrale di distribuzione, Tyler ne ha migliaia; ParAnoia pubblica informazioni edite da un gruppo ristretto. Tyler permette a chiunque di pubblicare. Le informazioni si propagano tra i nodi attraverso un sistema di raccomandazione”.

Ma prima ancora del leak, c’è la costruzione del grafo sociale. “ Il modo in cui ti relazioni con Tyler è importante, perché tu potresti essere qualcuno che vuole diffondere disinformazione o spam”, prosegue Winston: “ Dunque bisogna entrare nel network e stabilire relazioni; e quelle relazioni decideranno quanto rapidamente si diffonderà la tua informazione, se la stessa è di valore o meno, e dove ha più senso che si indirizzi”.

In questo momento dunque ci troviamo perlopiù in questa fase, la realizzazione del network. L’obiettivo del progetto è di avere, entro febbraio o marzo, una speciale versione del client di RetroShare chiamata TylerShare, configurata sulle esigenze specifiche di Anonymous e della piattaforma di leaking che si sta costruendo. Ma resa anche più facile e sicura da usare, perché finora l’accesso al network e il funzionamento dello stesso sono arcani ai più, e non privi di bachi. “ In questa fase non vogliamo che arrivi troppa gente, lo stiamo ancora testando”, spiega Winston. “ Il sistema non è ancora del tutto sicuro”, ci dicono, chiedendo riservatezza, altri due membri di Anonymous vicini a Tyler ma piuttosto critici: “ E il punto principale del progetto era proprio la sicurezza. Per ora è meglio usare ParAnoia”.

Probabilmente si capirà fra qualche mese se Tyler riuscirà a essere anche in minima parte all’altezza delle sue ambizioni. Una piattaforma di leaking ma più ancora un social network dalle molteplici funzionalità e dalla privacy iper-garantita. Basterebbe quest’ultima idea a far sperare nel suo successo.

Fonte Wired