“Emanuela Orlandi fu rapita da tedeschi brasiliani, Stasi e Kgb”

Tutti gli autori che si cimentarono e che si cimentano sul caso Orlandi semplicemente sottraggono alla propria coscienza ed alla propria competenza questa domanda fondamentale, preferendo dissertare circa la miserabile egemonia criminale all’interno della capitale. La squadra di Bohnsack sarebbe stata impegnata in una collaborazione inconsapevole con la banda della Magliana? Il Kgb, e per esso la Stasi, proteggevano il famigerato boss della Magliana? Siamo seri……

Come sottolineato da molti autori e senza bisogno di addentrarsi in noiosi riferimenti, è un dato di fatto la presenza costante di “spie” della Germania Orientale in Vaticano e a Roma, un piccolo contingente conosciuto e riconoscibile. Nel mondo nato dal secondo conflitto mondiale, diviso, com’è noto, in due grandi sfere di influenza, le alleanze e le collaborazioni nascevano soprattutto dall’affinità ideologica, poco influendo una distanza chilometrica anche notevole.

La Germania Orientale ebbe sempre grande attenzione per i paesi sudamericani ed in particolare per il movimento teologico della liberazione, infatti molte furono le pronunzie del Komintern in questo senso, riassumibili nell’assunto secondo il quale …”i principi della teologia della liberazione convergono con gli interessi del socialismo sovietico”….. .

Il Governo Democratico Tedesco volle, inoltre, conferire a prestigiosi teologi della Pontificia Università Peruviana la “Medaglia del Centenario di Karl Marx”, un riconoscimento ed una onorificenza riservati a pochissime personalità per l’impegno nella causa comunista. Quasi contemporaneamente il Vaticano vietò l’utilizzo da parte dell’ateneo peruviano dell’attributo “Pontificia” in nome della Santa Alleanza con gli Usa. La stima tra le parti era ovviamente reciproca come si evince da due esplicite dichiarazioni, l’una del sacerdote-ministro nicaraguense Ernesto Cardenal che così si espresse:

”Sulla terra il comunismo e il regno di Dio sono la stessa cosa”….,

l’altra del teologo Leonardo Boff che affermò:

”possiamo trovare i valori del regno di Dio nel socialismo reale sovietico”…

D’altro canto, vorrei soffermarmi brevemente su una sorprendente particolarità geopolitica: certamente in molti avranno sentito parlare dei deutsch brasilianer, altrimenti detti “teutobrasileiri“. Si tratta di tedeschi nati in Brasile da famiglie stanziatevi durante la seconda metà del 1800 e dopo la seconda guerra mondiale. Non molti sapranno, invece, che importanti città brasiliane furono fondate proprio da tedeschi, due esempi particolarmente efficaci saranno Petropolis e Porto Alegre, appunto fondate da immigrati tedeschi sulla fine del XIX secolo.

Ma non è tutto. Questi “migranti tedeschi” provenivano in maggior parte dai territori di quella che sarebbe divenuta la Germania Orientale e portarono con sé la loro lingua e il loro dialetto, conservandolo. Tutt’oggi, nel sud del Brasile e segnatamente negli Stati del Rio Grande del Sud e di Santa Catarina, che si estendono su territori ben più vasti di quelli della ex Ddr, molte Province hanno come seconda lingua ufficiale il tedesco. Nello specifico due dialetti della Germania Orientale: lo Hunsriqueano e il Pomoranish, il dialetto della Pomerania.

Quanto esposto tende a dimostrare l’affinità dei gruppi brasiliano e tedesco dell’est che sfociò, nel caso del sequestro Orlandi in una collaborazione nella quale le richieste al Pontefice erano duplic i, fermare la tortura ed avere la disponibilità di Agca, preziosissimo per la propaganda sovietica. Dunque, Bohnsack scriveva i suoi Komunicati non per la Magliana, bensì per coprire la ritirata dei “compagni brasiliani” che fornivano alcune indicazioni, è evidente. Per questo motivo è dato ritrovare nei suoi messaggi alcuni riferimenti a situazioni reali inerenti Emanuela e quello clamoroso inerente la condizione di prigionia e la dignità di essere umano di Ali Agca.

Il quadro così definito individua dunque un gruppo laico-missionario brasiliano, che contrastava il regime militare, appoggiato da agenti della Germania Orientale dove, secondo i piani, il turco doveva essere condotto a seguito della “consegna”. Agca probabilmente sapeva che sarebbe finito nelle mani del Kgb e preferì mettere le mani avanti dichiarando di trovarsi molto bene nelle carceri italiane e tra le braccia della Cia.

FonteBlitzquotidiano