I genitori che si iscriveranno al sistema potranno gestire il telefono dei figli attraverso un sito internet dedicato e direttamente collegato alla SIM. Potranno decidere se accettare che venga aggiunto un nuovo contatto, leggere tutti gli sms (anche nel caso in cui vengano cancellati dal telefono) e impostare un timer che impedisca l’accensione del cellulare, per esempio durante l’orario scolastico o di notte.
COSTO – Il servizio costerà poco più di 3 euro di abbonamento al mese. Una cifra che val bene la tranquillità che regala. Come spiega il fondatore del servizio, Simon Goff, diversamente da un’applicazione funzionerà su qualsiasi dispositivo e il fatto che non si tratti propriamente di un controllo parentale, ma semplicemente di un sito che funge da decisore finale, dà a questa soluzione un potere di gran lunga maggiore e apparentemente (ma solo apparentemente) più discreto. Katherine Rake, manager del Family and Parenting Institute, sostiene che da tempo era sentita l’esigenza di un sistema simile da parte dei genitori per tutelare i propri figli e il fatto che la sorveglianza avvenga attraverso una pagina web, anziché direttamente sul cellulare, conferisce al controllo una maggiore efficacia e non lo rende oggetto di possibili contrattazioni. In questo modo non ci sono più giustificazioni: padre e madre saranno i primi a sapere se il figlio è dedito al bullismo o se fa un uso del cellulare poco adeguato. E sapranno come comportarsi. Nick Pickles, dell’associazione di difesa della privacy Big Brother Watch, ha provato a sottolineare che non è spiando la prole che si arriva a risultati validi a lungo termine. Sarebbe importante seminare anche su altri fronti, responsabilizzare, insegnare, dialogare. Ma questo è un altro capitolo.
Fonte Corriere