Abusi con le intercettazioni: la lezione dell’avvocato Guido Calvi

“Quello delle intercettazioni -ha detto l’avvocato Calvi- uno strumento di indagine essenziale per scoprire reati gravi, è stato poi soggetto ad abusi e utilizzazioni distorte da parte di alcuni magistrati. E spesso ha finito per coinvolgere e screditare la privacy di persone completamente estranee alle indagini. Un ulteriore arbitrio è stato poi compiuto da parte dei giornali, che hanno divulgato in maniera abnorme il loro contenuto, violando la dignità e l’immagine di molti cittadini. Non credo affatto che esista un dovere per il giornalista di pubblicare ogni cosa… La ‘formazione della prova’… rischia di essere influenzata proprio dalla simbiosi, dallo scambio reciproco di documenti fra magistrati e giornalisti, che va ben al di là del circuito mediatico-giudiziario di Mani Pulite”.
Occorre dire che qualche elemento di protezione c’è per fortuna. I cosiddetti “abusi” di intercettazioni e le “utilizzazioni distorte da parte di alcuni magistrati” denunciati da Calvi non sono soltanto passibili di azioni disciplinari: sono addirittura reati, esattamente come il presunto “scambio reciproco di documenti fra magistrati e giornalisti”, che configurerebbe una violazione del segreto investigativo, tanto più grave in quanto commesso da chi quel segreto dovrebbe tutelare. Ad ogni modo l’intervento del membro del Consiglio superiore della magistratura (ex parlamentare Ds) è servito anche per dare un’immagine più pluralista ad un organo altrimenti sulla carta troppo schiacciato a favore dell’establishment delle toghe rosse.

Fonte Oggi Notizie