E proprio per quanto riguarda i sistemi mobili – secondo gli esperti – il 2012 sarà caratterizzato da un aumento esponenziale delle minacce e degli assalti, questi ultimi già cominciati. «Gli smartphone – continua Giudice – consentiranno attacchi sempre più sofisticati, visto che nella maggior parte dei casi non dispongono di protezioni anti-malware efficaci, anzi spesso sono gli stessi utenti a manomettere i telefoni e a sbloccarne alcune funzionalità».
Le ricerche del Clusit danno un’immagine diversa dei social network che spingono l’utente a esporre eccessivamente la propria identità digitale, una brutta abitudine che associata al crescente uso dei dispositivi mobili di accesso (i tablet a esempio sembrano dei pc, ma in realtà sono dei semplici smartphone) aumenta considerevolmente l’esposizione al cyber crimine come il phishing, l’installazione di applicazioni non sicure e l’uso improprio delle proprie credenziali, anche finanziarie. Mai – spiegano gli informatici – salvare password sui browser dei cellulari, o su file nelle memorie interne. Il rischio, in questi casi, è altissimo.
Lo confermano i numeri. Il costo della malavita «virtuale» è reale: considerando anche gli attacchi informatici ad aziende ed enti pubblici, in Italia si sfiorano i 7 miliardi di euro l’anno. Per ora c’è ancora poco a disposizione sul mercato per garantire la sicurezza della navigazione con i dispositivi mobili. L’unica arma a disposizione sembra essere il buonsenso.
Fonte Leggo