Su 20 università esaminate soltanto quattro avevano i requisiti ideali per diventare i nuovi Centri di Eccellenza Accademica per le Cyber Operazioni, ma anche in questi istituti si sono notate alcune mancanze. Per la precisione in “ingegneria inversa”, cioè come ottenere informazioni e conoscenze da una tecnologia o un prodotto per ricrearlo, e comunicazioni cellulari e tecnologie mobili.
“Abbiamo trovato molte scuole che non sono troppo ferrate con la tecnologia e che non mantengono il passo” spiega il capitano Jill Newton, che guida il programma di cyber educazione ed allenamento della NSA. Ci chiediamo cosa sarebbe successo se avessero fatto un giro fra le università italiane. Avremmo ricevuto “cyber-riconoscimenti”? Oppure non saremmo riusciti a soddisfare i requisiti della NSA?
Fonte Vodafone