La spia super digitale troppo facile da spiare

Più teste e più analisi. Oltre agli ovvi vantaggi della mobilità, il Ppb digitalizzato permette una lettura più approfondita e interattiva delle questioni di intelligence. Un esempio. Il Presidente esamina le informazioni di intelligence più sensibili della nazione su una tavoletta speciale, può saltare avanti e indietro, fare clic sui collegamenti per approfondire, vedere il follow-up briefing, materiali di sfondo e di revisione per una maggiore contesto, guardare video, fotografie, mappe e altri ausili visivi. In effetti, il Ppb è passato da una pagina statica ad una valutazione interattiva delle preoccupazioni di top intelligence, atterrando dritta nel mondo di un Web 2.0 per la Comunità Intelligence. Questo non vuol dire che il Presidente sta controllando Twitter, Facebook o il rapporto quotidiano di Rasmussen sui sondaggi elettorali. In ballo c’è ben altro.

Presidente sempre in viaggio. Il Presidente non è l’unico sempre in movimento. Il Dipartimento della Difesa statunitense come lui. Rendendosi conto che l’onnipresenza degli smartphone e di tecnologie di dispositivi mobili è un dato incontrovertibile, come utilizzare il sistema difendendosi da intrusioni? Nasce la Stategia Dod mobile. Cerchiamo di capire. A Maggio 2012 un report dal titolo “Department of Defense Strategy Mobile (non classificato), Version 2.0” diffuso dall’Ufficio del Chief Information Officer del DoD, delinea tre aree prioritarie, comprese le infrastrutture wireless, dispositivi mobili e applicazioni mobili. Come descrive la relazione, la sua missione è di fornire la mobilità, “una forza lavoro altamente mobile dotato di un accesso sicuro alle informazioni e potenza di calcolo ovunque e in qualsiasi momento per una maggiore efficacia della missione”.

Segreti ad orologeria. Lavorando con la Defense Information Systems Agency (Disa) e in collaborazione con i tecnici presso il National Security Agency, il ministero della Difesa ha emesso una richiesta ufficiale di proposte-Mobile Device Management. In definitiva, l’idea è di creare un “livello di scambio documenti classificati e non classificati sicuro per servizi di comunicazioni mobili”. Un sogno? Problemi tecnico legislativi giganteschi. La Disa spiega, “Mobile Device Management dovrebbe fornire l’applicazione e vigilare a livello di utente per applicare le policy per i dispositivi di rete, la sicurezza e le autorizzazioni che definiscono le funzioni cui l’utente è abilitato”. Il DoD servirà come “una linea di distribuzione digitale elettronica capace di fornire, aggiornare ed eliminare le applicazioni sul dispositivo mobile senza che l’utente debba restituire il dispositivo per il servizio.”

La generazione dei “nativi digitali”. “La crescente domanda interna, la rapida evoluzione tecnologica e l’aumento della pressione di bilancio” aumenta l’adozione cellulare, spiega Alex Rossino, Principal Research Analyst di Deltek, è fa crescere le aspettative per adottare tecnologie mobili. Due settimane fa, dalle Forze Armate Communications and Electronics Association in conferenza a Washington, il tenente generale Ronnie Hawkins, Direttore del Disa, ha osservato che il 70 per cento dell’attuale personale DoD sono quelli che lui definisce come “nativi digitali”, semplici scolari al momento degli attacchi terroristici nel 2001. Il sempre più connesso mondo civile, rende il DoD e i relativi membri della Comunità di intelligence bloccati da tecnologie obsolete mentre l’adozione mobile continua a salire alle stelle.

Carta e Top Secret addio. I fogli di carta col timbro Top Segret non sono più adeguati, né lo sono i terminali del desktop negli uffici. Occorre cercare un accesso più immediato ai dati critici con la creazione di un sistema sicuro, unificato di comunicazione mobile. Mentre la realizzazione delle piattaforme mobili di accedere, distribuire e diffondere informazioni classificate in grado di saziare la domanda in continua evoluzione di intelligence istantanea va avanti, i rischi per la sicurezza sono notevoli. Sfida epocale. Fred Fleitz, 20 anni di esperienza nella Cia e attuale caporedattore della Langley Network Intelligence Group ha osservato che mettere informazioni riservate su dispositivi mobili potrebbe portare a violazioni di sicurezza enormi. “Questa è una questione delicata da quando il Dipartimento di Stato Bureau of Intelligence and Research ha perso un laptop nel 2000 con dati top secret”.

Ma la carta non morirà mai. “Qualsiasi dispositivo elettronico contenente informazioni classificate sarebbe strettamente controllato, non sarà sull’iPad del Presidente -precisa Fred Fleitz- Inoltre, alcuni dati di intelligence molto sensibili saranno ancora limitati a copie cartacee per controllare e limitare l’accesso”. Sarà insomma molto interessante vedere la trasformazione in corso della comunità dell’intelligence statunitense e il DoD che continua ad abbracciare la mobilità dei dispositivi collegati. Le implicazioni e le variazioni potrebbero essere ancora altre, ma la marea sembra inarrestabile. La necessità di soddisfare le esigenze dei produttori e dei consumatori di intelligence sta vincendo la partita, come l’intelligenza on-demand sta costringendo alla rapida adozione di nuove tecnologie.

Fonte Globalist