Notizie false su Facebook e co? Ci pensa l’algoritmo svizzero a trovarle

Un esempio su tutti: Facebook. Poniamo il caso che una ‘malalingua’ diffonda una notizia falsa sul nostro conto e che questa arrivi a 500 persone nella rete dei nostri amici. Come risalire alla fonte? ”Basta guardare i messaggi ricevuti da 15 amici della rete e, tenendo conto del fattore tempo, il nostro algoritmo può ricostruire il percorso dell’informazione fino alla fonte” aggiunge Pinto.

Allo stesso modo questo metodo può essere usato per identificare l’origine dei messaggi di spam o dei virus informatici usando pochissime ‘cimici’ nella rete.

L’efficacia dell’algoritmo è stata testata anche nel mondo reale, riuscendo a risalire per esempio all’origine di un’epidemia di colera in Sud Africa, ma non solo. Questo metodo matematico è risultato utile anche nella lotta al terrorismo, riuscendo a identificare una delle ‘menti’ dell’attacco dell’11 settembre analizzando alcune telefonate scambiate nella rete dei terroristi e pubblicate poi sui giornali.

L’algoritmo però non si presenta solo come uno strumento da detective, ma anche come un valido aiuto per le aziende che intendono farsi pubblicità in internet e vogliono individuare i blogger più influenti per condizionare i loro potenziali clienti.

Fonte Blitzquotidiano