Il Lazio è la regione delle persone scomparse

Il Lazio è la regione con il più alto numero di scomparsi. 6.245, cioè quasi un quarto del totale, tra questi anche il caso di Emanuela Orlandi. Al secondo posto c’è la Lombardia (3.303) seguita dalla Campania (2.997). Poi la Sicilia e la Puglia. In tutti i casi la Sicilia e la Puglia, Il 15% di questi individui (3.651) sono minori fuggiti dall’istituto che li ospitava: nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di ragazzini stranieri, soprattutto afgani, romeni e marocchini. L’11% del totale si è invece allontanato volontariamente. Considerevole è anche il numero di spariti che soffrono di disturbi psicologici o neurologici, come nel caso dei malati di Alzheimer. (536). E ancora i casi di sottrazione da coniuge (284), e possibili vittime di reato (90 casi, di cui 22 minori). 832 sono invece i cadaveri di persone la cui identità è ancora sconosciuta. Di questi, la maggior parte sono stati trovati in Lazio. 158 sono stati recuperati in mare, 93 in fiumi o laghi.

Continua dunque a crescere in Italia il fenomeno delle persone scomparse: «in media, le denunce sono più di 9.000 l’anno, per una media di 25 al giorno; 24 di queste vengono ritrovate», ha affermato il prefetto Penta. «Bisogna insistere per ridurre al massimo questa problematica» ha ribadito la Cancellieri. «Una famiglia a cui scompare qualcuno, è una famiglia provata, che non riesce a darsi una ragione. Come si può capire quando succede una cosa del genere? È veramente terribile. Quelli emersi oggi sono dati importanti – ha precisato – ci stiamo lavorando. Possono essere molto utili per la polizia. Si può e si deve insistere su questa strada».

Fonte Fanpage

IOSPIO.org

La community italiana creata da Francesco Polimeni, dedicata interamente al mondo dello spionaggio, del controspionaggio, delle tecnologie investigative e della geopolitica.

Gli iscritti alla community sono in prevalenza Avvocati, Criminologi, Grafologi, tecnici nel settore delle investigazioni, Funzionari della Polizia di Stato ,delle Forze Armate e semplici persone interessate alla materia.


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TECNICHE OPERATIVE DI INTELLIGENCE

ROMA – Sabato 19 e Domenica 20 Maggio 2012

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Tratteremo in modo dettagliato l’utilizzo e l’eventuale installazione di apparecchiature audio e video, su vari oggetti (prese elettriche,orologi da parte,installazioni indosso con microtelecamere a bottone, ect.) Particolare attenzione verrà data alle installazioni e consigli d’utilizzo sulle autovetture (sistemi audio gsm e sistemi gps)…..

Usa, potenziata l’intelligence sull’Iran

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La centrale nucleare di Natanz, in Iran (Ap/Ikonos satellite)La centrale nucleare di Natanz, in Iran (Ap/Ikonos satellite)

IL PROGRAMMA IRANIANO E ISRAELE – Il Washington Postnel rivelare l’ampiezza del programma ha sottolineato come le spie statunitensi sarebbero in grado di comprendere i progressi iraniani nel settore atomico. Una conoscenza – e non a caso viene enfatizzata – che permetterebbe di evitare sorprese. Non la pensano così, invece, gli israeliani. Nel sostenere la necessità di un blitz affermano che l’Occidente potrebbe non accorgersi dei progressi di Teheran e dunque un giorno i mullah potrebbero annunciare «abbiamo la Bomba».

INFORMAZIONI «SOLIDE» – Per il quotidiano, poi, il grande volume di dati di intelligence ha dato alla Casa Bianca maggiore peso nei contatti diplomatici con Russia e Cina, le due potenze che ostacolano ogni iniziativa dura contro l’Iran. In sostanza Obama avrebbe mostrato alle controparti informazioni «solide» su cosa stanno combinando gli ayatollah. Secondo le valutazioni Usa, Teheran ha fatto passi in avanti ma non ha ancora deciso se arrivare alla preparazione dell’ordigno.

SÌ AL PROGRAMMA NUCLEARE CIVILE? – Per questo – secondo un altro articolo sempre sul Washington Post – la Casa Bianca potrebbe accettare un programma nucleare civile iraniano purché strettamente sorvegliato. L’idea è ancora vaga (e da perfezionare) ma Obama l’avrebbe fatta arrivare agli iraniani attraverso un canale turco. Segnali prima dei contatti diplomatici diretti con l’Iran dove verrà chiesto ai mullah di procedere alla chiusura dell’impianto di Fardow. Si tratta di un sito nucleare scavato nelle viscere di una montagna e dunque difficile da monitorare.