Spionaggio inquieto sulla Siria

All’inizio di questo mese il Times di Londra ha sostenuto che le due basi militari britanniche di Dhekelia e Akrotiri a Cipro, sono state usate per la raccolta di segnali dalla Siria. I dati, gestiti dal Comando Generale delle comunicazioni della Gran Bretagna e della sua “Signal Intelligence Agency”, venivano trasferiti ai ribelli anti Assad attraverso gli agenti dei servizi segreti turchi operativi sul campo. Il ministro degli Esteri cipriota ha ricordato alla Gran Bretagna che il Trattato che concede le due basi militari sull’isola è vincolato all’utilizzo per soli scopi difensivi.

Licenza d’uccidere. Di puro valore storico la notizia secondo cui la Cia avrebbe rifiutato di pagare per far uccidere bin Laden nel 1999. Due anni prima degli attacchi terroristici alla Torri Gemelle, un gruppo di agenti afghani anti-talebani avrebbero proposto di assassinare Osama bin Laden. In cambio della taglia di 5 milioni di dollari offerta per la cattura del già noto terrorista. Nessuna licenza di uccidere, disse allora la Cia. Lo sostiene l’ex spia polacca Alexander Makowski, che afferma di essere stato l’intermediario dello strano mercato. Makowski ha credenziali credibili: il figlio di una spia, ha frequentato la scuola elementare in Gran Bretagna, il liceo negli Stati Uniti, un diploma post-laurea in giurisprudenza ad Harvard. Altra laurea all’Accademia polacca di intelligence militare a Kiejkuty Stare, e 20 anni di servizio nello spionaggio polacco.

Effetti colleterali. Curiosando sempre nello strano mondo delle spie, grazie all’informatissima intelNews.org, esce fuori anche una storia quasi patetica (o ridanciana) dal colloquio con una vecchia spia yemenita. Ahmed Bin Mo’aili, 66 anni, ha lavorato come spia per l’organizzazione della sicurezza politica dello Yemen (Pso) per più di 30 anni. Egli dice che, a causa delle sue funzioni diverse in paesi diversi, tutti del mondo arabo, ha dovuto crearsi molte e diverse coperture familiari. Tra cui l’acquisito decine di mogli nel corso degli anni. Pericoli del mestiere, con effetti collaterali. Ora Ahmed Bin Mo’aili è arrabbiato con l’Osp perché l’organizzazione lo ha di fatto separato dai suoi 31 figli sparpagliati in tutti i paesi arabi dove lui ha lavorato e che stanno aspettando -sostiene lui- il suo ritorno. Ovviamente a turno di viaggio aereo.

Fonte Globalist