Tecnologia BlogLive.it I prestiti sospetti di Morgan Stanley

L’Ipo di Facebook è riuscita anche nell’impresa di rilanciare proprio negli Usa le polemiche sullo short selling, che sembravano dover essere appannaggio di un’Europa stremata dalla crisi o di Paesi emergenti inclini a scoraggiare ondate speculative. È emerso che i trader di alcune banche d’affari protagoniste del collocamento – come JP Morgan e Goldman Sachs – sono stati da subito impegnati a prestare ampie quantità di titoli agli hedge fund desiderosi di scommettere al ribasso, mentre anche Morgan Stanley – che pare non abbia prestato titoli – avrebbe realizzato profitti da trading.

 

Nelle prime sessioni, le short sales sui volumi degli scambi hanno raggiunto fino al 36% del totale. A Wall Street non ci sono divieti di “shortare” nuovi titoli e sono in essere “separazioni” divisionali in proposito nelle banche d’affari per evitare conflitti di interesse. Ma è davvero difficile convincere i piccoli investitori che non si sia trattato di una costosa beffa da parte di chi aveva alzato il prezzo finale dell’Ipo e aumentato in modo abnorme la quota destinata al retail.

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