Terremoto Emilia, senza acqua, né gas Il premier Monti contestato

Il premier Monti contestato a Sant’Agostino. Al suo arrivo a Sant’Agostino, insieme al presidente della Regione Emilia Romagna, Vasco Errani, al capo della Protezione Civile, Franco Gabrielli, e al questore di Ferrara, Luigi Mauriello, Monti ha scambiato alcune parole con li sindaco di Sant’Agostino, Fabrizio Toselli, proprio di fronte al municipio sventrato dal sisma. Prima di entrare nella palazzina dove si terrà un vertice con gli altri sindaci della zona, il presidente del Consiglio è stato apostrofato con fischi e “buu” da un gruppetto di cittadini di Sant’Agostino. Semplici cittadini, hanno spiegato, «decisi a far sentire la propria voce in un momento difficile in cui, oltre alla paura» per il terremoto si sente anche «disagio per le tante tasse, per l’Imu» e per il rischio che le spese della ricostruzione del dopo terremoto pesino sulla cittadinanza. «Poteva stare a casa – ha spiegato una signora – è venuto perché questo è un circo mediatico. Abbiamo tanti problemi, c’è rabbia e paura. Da uno Stato ci si aspetta quello che lo Stato dovrebbe fare: fischiamo per esprimere il nostro malcontento».

Monti: oggi verrà proclamato lo stato di emergenza. Monti ha detto di «notato, e questo mi ha fatto molto piacere, l’ottimo sistema di collaborazione tra le diverse strutture e una grandissima voglia di riprendere al più presto la vita normale da parte della popolazione colpita. È un altro esempio di forte vitalità che l’Emilia-Romagna offre all’Italia». Per la dichiarazione dello stato di emergenza, ha aggiunto Monti, «verrà emessa un’ordinanza della Protezione civile». «Tutti questi aspetti tecnico-amministrativi sono importanti».

Senza acqua, né gas. «La scia sismica, stanotte, è stata costante ed ha provocato la rottura delle tubazioni di acqua e gas» ha detto l’assessore Elisa Poletti stamani al centro operativo misto di Finale Emilia (Modena), uno dei comuni devastati dal sisma del 20 maggio. «Nelle cinque tendopoli che abbiamo allestestito – ha detto Poletti – la notte è passata abbastanza tranquilla ma, a causa del maltempo, è stato molto freddo. Abbiamo bisogno di coperte e le abbiamo richieste». Nella sola Finale Emilia hanno trovato ricovero in tenda 1600 persone.

Sale il bilancio degli sfollati per il terremoto che, domenica, ha colpito l’Emilia, causando sette morti e una cinquantina di feriti. Sono circa 4.500, ovvero 1.500 in più rispetto alla stima compiuta poche ore dopo il sisma, gli sfollati costretti a lasciare la casa. Un numero che cresce ancora, fino a 5 mila, se si considera le persone che, oltre a un tetto, hanno anche bisogno di un pasto caldo e di vestiti asciutti (la notte degli sfollati,

La conta dei danni. Si parla di alcune centinaia di milioni di euro per le imprese secondo Confindustria Emilia-Romagna, mentre la Cgil di Modena e Ferrara parla di 5 mila posti di lavoro a rischio nell’industria. Delle oltre 150 imprese che fanno capo a Confindustria Modena, e che danno lavoro a quasi 9 mila dipendenti, circa il 70% ha registrato danni strutturali di entità media o grave che le hanno costrette a interrompere la produzione.

Il patrimonio artistico. Per chiese ed edifici storici, il sisma di ieri è stato un «durissimo colpo», sostiene la direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici dell’Emilia-Romagna, che parla di danni irrimediabili (i danni ai monumenti).

Le richieste di Errani. «Sarà necessario – sostiene il presidente della Conferenza delle Regioni Errani – costruire un provvedimento che sia in grado di legare l’emergenza al processo di riattivazione delle imprese, delle strutture pubbliche e private». Bisogna «sospendere il pagamento dell’Imu per le case e le imprese danneggiate», sospendere tributi e contributi. Infine, congelare il patto di stabilità, un’altra priorità di cui il presidente della Regione Emilia-Romagna avrà modo di parlare anche con il presidente Monti (le richieste dei sindaci al governo).

Ancora scosse. Da Finale Emilia, nel modenese, a Sant’Agostino, in provincia di Ferrara, epicentri del sisma che nelle ultime 24 ore ha scatenato qualcosa come quasi 200 scosse (l’allarme dei sismologi,la mappa, le cause del sisma).

Gli operai morti. A Ferrara, intanto, la Procura ha avviato gli accertamenti sul crollo dei capannoni industriali che hanno provocato quattro delle sette vittime. «La mancata sicurezza nel posto di lavoro non può essere derubricata come fatalità: su come vengono costruite le fabbriche e sul meno costa, meglio e bisogna fare chiarezza», sostiene Antonio Mattioli, Responsabile Politiche Industriali della Segreteria Cgil Emilia Romagna. «C’è rabbia – aggiunge – tanta rabbia, pensando ai lavoratori morti nel turno di notte tra sabato e domenica nelle fabbriche del ferrarese» (chi sono gli operai morti).

Primi aiuti, ammortizzatori e Patto di stabilità. Affrontare l’emergenza terremoto come «un’emergenza nazionale e non regionale». Così il sottosegretario alla Presidenza del consiglio Antonio Catricalà ha dettato ieri la linea.Oggi il consiglio dei ministri con decreto dichiarerà lo stato di emergenza aprendo la strada agli interventi della protezione civile. Bisogna trovare gli strumenti economico-finanziari per affrontare i problemi e dunque la copertura finanziaria a tutti gli atti che saranno necessari: in primo luogo una deroga del patto di stabilità, cosa questa che comunque «ha bisogno di copertura finanziaria», poi il rinvio dei pagamenti di tributi e contributi, materia da discutere con il ministro per l’Economia, quindi con lo stesso Monti. In più si pensa ad ammortizzatori in deroga.

Fonte Il Messaggero