Un virus russo minaccia i computer con la scritta: “Polizia di Stato”.

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virussssDa qualche settimana, molti nostri cittadini, si sono ritrovati nel loro computer una strana schermata con la scritta in alto Polizia di Stato – Unità di Analisi del Crimine informatico, con tanto di foto di poliziotti in azione, la scritta a caratteri cubitali “Il vostro computer è stato bloccato” e l’elencazione di una serie di reati con tanto di codice penale. Accanto a queste, un riquadro con la seguente scritta: “In conformità alla legge sulla tolleranza approvata il 4 dicembre 2012 la prima violazione non viene…

considerata come responsabilità penale. Nel caso in cui le violazioni saranno ripetute la responsabilità penale è inevitabile. Per sbloccare il computer ed evitare conseguenze legali, Lei deve pagare la multa di 100 euro”.

Chi ci ascolta su Skype?

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skypeSpyC’era una volta una favola tech europea. Un piccolo software nato in Estonia, e per una volta non nella Silicon Valley, nel 2003. Un software che nel giro di poco tempo ha rivoluzionato le comunicazioni mondiali, scardinando le rendite di posizione dei vecchi operatori telefonici.

E permettendo alle persone di chiamarsi a costo zero o quasi da una parte all’altra del mondo. Ma questo software aveva anche un’altra caratteristica “magica”, almeno agli occhi dell’utente medio: utilizzava una tecnologia proprietaria che criptava le comunicazioni proteggendole da orecchie indiscrete. Parliamo ovviamente di Skype e di un seguito meno favolistico.

LA LETTERA – In realtà la storia è proseguita con il più classico happy end hollywoodiano: la start-up travolgente, dopo qualche difficoltà tra cui anche un matrimonio finito male con eBay, è stata acquisita dal colosso Microsoft per 8,5 miliardi di dollari nel 2011. Ma a questo punto sfuma l’alone fiabesco e iniziano i dubbi.

Blitz israeliano Siria e Iran “Risponderemo”

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pattuglia-israelianaDamasco e Teheran minacciano rappresaglie militari contro Israele per il blitz con cui ha distrutto una spedizione di missili anti-aerei siriani a Hezbollah. All’origine dei venti di guerra che spazzano il Medio Oriente c’è la decisione di Hezbollah di trasferire sotto il proprio controllo i gioielli dell’arsenale siriano: armi sofisticate e ufficiali in grado di adoperarle.  

Il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, ha affidato l’operazione a Mustafa Bader Al-Din, consigliere per la sicurezza, che dall’inizio di gennaio opera in una duplice direzione: spostare dalla Siria in Libano armamenti in grado di alterare l’equilibrio di forze con Israele e offrire ospitalità a Beirut agli ufficiali alawiti, che compongono la spina dorsale delle forze di Bashar Assad oramai in dissoluzione.