Wickr, per comunicare in sicurezza con lo smartphone

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wickrStanchi di sentirvi spiati, sorvegliati, monitorati ogni volta che inviate un messaggio, una foto o un video col vostro smartphone? Come direbbe il compianto Steve Jobs, c’è un’app anche per questo. La privacy è un tema sempre più caldo, da quando gli utenti che si collegano a Internet, perlomeno i più smaliziati, hanno compreso come i loro dati siano diventati merce di scambio per proprietari di piattaforme – che si tratti di social network come Facebook o motori di ricerca alla Google – e società di advertising.

Facebook e la modifica automatica dell’email

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fb--180x140Prima si sono sorpresi. Poi si sono arrabbiati. Facebook cambia di nuovo all’insaputa degli utenti. O meglio le email indicate nelle informazioni del proprio profilo. Il dominio della posta elettronica è stato sostituito di «default» con il nuovo account facebook.com. L’utente deve, se vuole, reimpostare la vecchia mail sulle proprie info manualmente. I vertici del colosso di Mark Zuckerberg fanno sapere di avere avvisato tutti con «consistenti» dettagli sul sito di social network.

Facebook, chi gestisce le segnalazioni in blu?

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Facebook-da-remotoCosa succede quando un contenuto su Facebook viene segnalato dagli utenti ai responsabili del gigantesco sito in blu? Quando un post – o una fotografia – viene denunciato come inappropriato da oltre 900 milioni di utenti? In primis, una certezza: il lavoro nelle sedi di Menlo Park, Dublino, Austin e Hyderabad (India) diventa sempre più gravoso, sulle spalle di centinaia di dipendenti attivi 24 ore su 24.

Nel classico percorso di trasparenza, il sito di Mark Zuckerberg ha ora pubblicato un post per spiegare l’intero procedimento che dalla segnalazione in un click da parte degli utenti arriva alla eventuale rimozione di un contenuto inappropriato. Un passaggio che, in genere, non arriva a sforare le 72 ore dalla richiesta d’intervento ai tecnici del social network da quasi 1 miliardo di amici.

Facebook, Internet e i digital media. Una guida per genitori ed educatori

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fbb-e1340110554119Ci sono alcune domande molto concrete che assillano i genitori (che incontro quotidianamente per conferenze e corsi): Mio figlio trascorre troppo tempo su Internet? Come gestire un profilo Facebook? Devo “chiedere l’amicizia” a mio figlio? Come gestire la pubblicazione delle fotografie, ed i problemi legati alla privacy? A queste domande c’è chi risponde negativamente, demonizzando Facebook, chi solo dal punto di vista tecnico analizzandone i meccanismi. E poi c’è questo volume che risponde dicendo al genitore: proviamo, insieme a comportarci in modo educativo, attendo e concreto. Proviamo a lavorarci…insieme.C’è inoltre un grande rischio per i genitori, di cui non si parla abbastanza: quello di avere i figli che vanno in macchina, e nella loro testa essere ancora al tempo delle carrozze. Quindi non solo c’è non conoscenza o ignoranza, ma soprattutto quasi totale “arrendevolezza” pedagogica. E’ come se il genitore si convincesse che FB non fosse pedagogicamente rilevante, e lo considerasse come un qualche cosa di “neutro”, irrilevante. In questo modo si rinuncia, in pratica, ad essere educatori dei figli, anche per quanto riguarda Facebook.

Cambio password, navigazione privata e formazione: ecco la ricetta di Google per vivere sicuri online

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sicurezza-online-258Ci troviamo a gestire decine di account diversi online: posta elettronica, conto corrente bancario, acquisti, social network e così via. Non appena non usiamo un servizio per qualche mese ritrovare nella memoria la password è impresa ardua. A meno che non si usi sempre la stessa. Il che è sconsigliabile per evitare intrusioni. Ecco perché c’è chi la conserva sul pc o il telefonino, altra azione da evitare perché chi entra nel nostro dispositivo accede a tutto quello che c’è dentro.

Uno dei consigli di Google è usare una frase che contenga un riferimento al sito che stiamo utilizzando. Per la mail, per esempio, la frase «Gianni mi spedisce sempre un messaggio divertente» può diventare una password complessa usando le iniziali di lettere e numeri: Gmss1md.

Voip, chat e social: l’Fbi vuole un accesso alle comunicazioni

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Connessione-internet-router-porteL’Fbi chiede aiuto. Tanto era facile intercettare una volta le comunicazioni (bei tempi quelli – sospirano gli agenti federali in pensione quando esisteva soltanto il telefono o al limite il fax), tanto oggi col diffondersi di chat, programmi di telefonia Voip e instant messaging come Skype o Gtalk, applicazioni come FaceTime o iChat, l’agenzia federale ha paura di restare al buio e di farsi sfuggire qualche informazione delicata.

Per questo, racconta il sito Cnet, il Bureau sta cercando di promuovere una proposta di legge che obbligherebbe le grandi società di Internet, da Microsoft, a Facebook, a Yahoo! a inserire dei backdoor, degli accessi di servizio, nei loro software e a metterli a disposizione dell’autorità competente.

Obama alla guerra dei virus: attacchi hacker contro Teheran

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nbbYork Times che il presidente americano Barack Obama, fin dai suoi primi giorni alla Casa Bianca, avrebbe ordinato una serie di attacchi cibernetici contro i sistemi informatici delle installazioni nucleari di Teheran. Obama non avrebbe fatto altro che irrobustire una strategia già iniziata durante il mandato di George W. Bush.
David E. Sanger rivela in un libro in uscita negli Stati Uniti – Confront and Conceal: Obama’s Secret Wars and Surprising Use of American Power – l’esistenza di un programma americano di attacchi informatici contro l’Iran e altri obiettivi mediorientali. A far parte dell’operazione – nome in codice Giochi Olimpici – anche il famigerato virus Stuxnet, scoperto nel 2010. Il malware – dai termini inglesi malicious e software, un software pensato per danneggiare sistemi informatici – era stato creato per colpire i computer delle installazioni nucleari iraniane, nella fattispecie la centrale di Natanz, e causare malfunzionamenti alle centrifughe.

WhatsApp violata: in rete una app per intercettare le comunicazioni private

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whatsapp-messenger-iconsBrutte notizie per la privacy delle nostre conversazioni: secondo quanto ha fatto sapere la società di sicurezza informatica latinoamericana ESET, sarebbero in circolazione applicazioni in grado di intercettare le comunicazioni che avvengono attraverso il popolarissimo WhatsApp. Come se non bastasse, sono stati individuati anche dei trojan che devierebbero i nostri sms: i “cavalli di Troia” sarebbero celati “nel ventre” di una falsa versione dell’app per la manipolazione e condivisione di immagini “Instagram”.

MILIONI DI UTENTI POTENZIALMENTE A RISCHIO – L’applicazione Whatsapp è utilizzata da milioni di utenti nel mondo, dotati di smartphones, come sistema gratuito di messaggistica istantanea: potenzialmente sono dunque milioni le persone esposte al rischio rappresentato dalla falla di sicurezza che permetterebbe agli intrusi ficcanaso di intercettare i messaggi.

Il finanziere anti-hacker si dimette “Mi trasferiscono, costretto a lasciare”

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rapettoLascia le Fiamme Gialle il colonnello Umberto Rapetto, comandante del Nucleo speciale frodi telematiche ed antesignano della lotta al cybercrimine. «Chiedo scusa a tutti quelli che mi hanno dato fiducia – ha scritto l’ufficiale su twitter – ma qualche minuto fa sono stato costretto a dare le dimissioni dalla Gdf».

Nato ad Acqui Terme nel 1959, allievo della Nunziatella, Rapetto forma il Gat (Gruppo anticrimine telematico), che poi diventa Nucleo speciale frodi telematiche. È il reparto che si occupa di contrastare le truffe via internet, gli hacker e gli attacchi informatici. Un’attività che gli fa guadagnare diversi encomi ed il riconoscimento di Ufficiale dell’ordine al merito della Repubblica Italiana assegnatogli nel 2005 dal capo dello Stato, Carlo Azeglio Ciampi.

VoIP e social network nel mirino dell’FBI. Nasce il ‘Domestic Communications Assistance Center’

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voipL’FBI vuole tenere d’occhio anche le comunicazioni via internet e ha creato per questo un’apposita unità di sorveglianza con il compito di sviluppare nuovi metodi atti a intercettare le comunicazioni VoIPe wireless.

Il Bureau ha tenuto finora il massimo riserbo attorno a questa unità, conosciuta come ‘Domestic Communications Assistance Center’ (DCAC), evitando anche di rivelare chi ne fosse responsabile. Ma il sito CNET – che ne ha ricostruito la storia – rivela che il DCAC è stato ideato per coprire un ampio ventaglio di questioni relative alla sorveglianza e alla sicurezza delle comunicazioni.

Il suo mandato, quindi, include un po’ di tutto, dall’intercettazione dei messaggi Skype alla costruzione di dispositivi di intercettazione, fino alla funzione di ‘help desk’ per le autorità locali, federali e statali.