Il coordinatore di eventi – Ti va di partecipare alla festa di compleanno del mio gatto? O a quella del mio bonsai che compie un mese? Oppure al party dell’amico dell’amica del mio amico? Dai vieni anche tu all’evento organizzato dall’associazione per la difesa del ficus benjamin. La vita per lui/lei è una festa continua. Il suo entusiasmo all’inizio può essere contagioso, ma a lungo andare ti andrebbe di organizzare un evento per festeggiare la sua dipartita da Facebook.
Il marketer disperato – Non te ne accorgi subito, ma dopo un po’ ti è chiaro il motivo per cui si è iscritto a Facebook, ti ha inviato una richiesta di amicizia anche se non lo conosci e ha tanti, ma che dico, tantissimi “amici”. Facebook è uno straordinario strumento per fare marketing perché non approfittarne? Così, abbagliato da strabilianti storie di successi di alcune aziende, soprattutto americane, che ce l’hanno fatta, ci sta provando anche lui ma con risultati deludenti. E tu non ce la fai più a sentir parlare della merceria in quel di Canicattì che sta promuovendo, o quel sito di vendita online di coltelli da cucina dell’amico dello zio.
Il taggatore compulsivo – Il motto di chi di tag colpisce di tag perisce gli fa un baffo! Se lo incontri a una festa, stai certo che passerà tutto il suo tempo a scattare foto, impietose e imbarazzanti, di tutti i presenti che pubblicherà su Facebook all’istante dal suo smartphone. Non c’è verso di fargli capire che non ti va di essere taggato. Glielo dici la prima volta gentilmente, la seconda con tono più irritato, alla terza volta sei costretto a boicottare le feste dove c’è anche lui finché al party successivo saranno presenti solo lui e il festeggiato…
Lo stalker – È ovunque! Ogni volta che pubblichi qualcosa, non fai in tempo a staccare il dito dal mouse, che lui è il primo a commentare. E ti segue in giro per Facebook come la tua ombra. All’inizio ti sentirai lusingato di tutte queste attenzioni ma poi cercherai il modo di far perdere le tue tracce sul social. Ti collegherai di “nascosto” a orari improbabili per capire quando si distrae o va a dormire. Non risolverai con questo stratagemma la situazione, ma magari perderà qualche posizione nella classifica dei primi commentatori ai tuoi post. Per liberartene hai solo due alternative: eliminarlo (sperando che non venga a cercarti a casa) o pregare che si trovi un’altra vittima.
Il fanatico dei quiz – Ha tanto bisogno di conoscere se stesso. Per lui è vitale sapere a quale dei sette nani assomiglia, se sa tutto sulla storia del Kurdistan, o se il suo livello intellettivo è superiore alla media. È vero che la vita è tutta un quiz come cantava Arbore, ma questo non significa che dev’esserlo per forza anche per tutti gli amici! Ecco, una delle prime cose che impari quando arrivi su Facebook è come far sparire i risultati dei quiz dei tuoi amici dalla tua home del social.
Il passivo aggressivo – Come esistono i permalosi nella vita reale ci sono anche su Facebook. La situazione è aggravata dal fatto che quando scrivi e commenti sui social potresti essere facilmente frainteso. Non ci sono putroppo le espressione facciali e il tono della voce ad arricchire il messaggio. Così potrebbe capitare che commentando una foto in modo simpatico tu ottenga il risultato opposto: mandare su tutte le furie chi l’ha pubblicata, o il soggetto immortalato. Non è raro che persone apparentemente controllate e timide nella realtà, acquistino coraggio dietro allo schermo di un computer o cellulare, e diventino dei veri attaccabrighe virtuali.
L’eterno bambino – Il tempo passa per tutti. Perché allora ti ostini a mettere la tua foto di quando eri un bebè adesso che hai superato gli “anta”? Va bene cercare di apparire al meglio sul social, passi anche per le foto di quando eri giovane e bello/a, vada per quelle super ritoccate in Photoshop, ma la foto del profilo che ritrae da bambini non ti trovi faccia un po’ tanto infantile? Attenzione perché se provi a dirglielo potrebbe scoppiare in lacrime e fare i capricci.
Senza freni – Della serie… rifletti prima di scrivere. Per cercare di apparire interessanti su Facebook e attirare consensi, non è importante la quantità dei messaggi che si pubblicano quanto la qualità. A nessuno interessa se a Brugherio o a Castellammare di Stabia piove a catinelle quando l’Italia è investita dall’anticiclone siberiano e neanche se non si è digerito il pranzo. Il segreto sarebbe mettersi nei panni dei propri amici: sapere che stanno andando a dormire quella sera, e tutte le sere precedenti, alla stessa ora e con il pigiama a pois è di interesse generale? Se la risposta è no, allora sarebbe il caso di smettere di scrivere banalità altrimenti il richio è un bel cartellino rosso senza appello.
Fonte Jacktech