Pubblicità personalizzate, ricerche web personalizzate, discovery engine a misura d’utente. La progressiva personalizzazione dell’esperienza online ha ormai raggiunto livelli inaspettati, al punto che la maggior parte degli utenti web ormai non si stupisce più del fatto che Google sembri conoscerlo meglio di qualunque amico intimo. Ma cosa accadrebbe se anche i virus informatici diventassero personalizzati?
È quello che si stanno domandando Paul Royal, ricercatore, e i suoi colleghi all’Information Security Center del Georgia Institute of Technology, dopo che ad aprile 600.000 computer Apple sono stati inaspettatamente messi in ginocchio da un particolare virus di nome Flashback. La particolarità di Flashback è quella di sfruttare un sistema simile al DRM che protegge i DVD e i CD originali, per legare indissolubilmente (o quasi) il virus alla macchina che ha infettato. L’utilizzo di questo sistema insolito di fatto ostacolava lo sviluppo di un’efficace contromisura antivirus poiché, dal momento che il virus non poteva essere disaccoppiato dalle macchine che aveva infettato, era assai complicato studiarlo in laboratorio.