Cia e 007 sono tuoi follower e tu nemmeno te ne accorgi…

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2653079195Non è un gran momento questo a Washington per parlare di 007 e strategie di sicurezza. Volano stellette, lenzuola e poltrone chiave in mezzo agli stracci di affari di cuore e di corna di alti generali e ufficiali. Ma le agenzie non sono, per fortuna, i loro generali.

L’ultima frontiera si chiama social network, Facebook, Twitter, i canali YouTube e la galassia Google per dire solo dei più universalmente noti. Considerati non come vere e proprie spie infiltrate sul campo. Sicuramente preziosi alleati in quanto contenitori di milioni di informazioni che vanno sapute leggere, decrittare e verificare.

007 suicida: il giallo del telefonino

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NEWS 67561C’è almeno un altro mistero sulla morte di Riccardo Barba, il tenente dei carabinieri in forza ai servizi segreti, trovato cadavere sulla ferrovia Roma-Napoli, all’altezza della stazione romana di Capannelle. L’uomo aveva tre telefonini ma, quando sono cominciate le indagini, al Pm Saviotti ne arrivò uno di meno. Mancava un telefonino che, forse, qualcuno di Aise, l’ex Sismi, aveva trattenuto per consegnarlo solo in un secondo momento al Pm.

Ovviamente sottrarre un telefonino non serve a nascondere il traffico telefonico, ma a sottrarre i dati che ci sono dentro.

Attenti ai manichini spia!

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manichiniUn bel pomeriggio senza impegni. Una passeggiata, un occhio ai negozi. Vedi un bel vestito. Entri, magari anche solo per fare un giro, per guardarti intorno, senza troppo impegno. Ma c’è qualcuno che ti osserva, ti spia, che ancora prima di entrare ti ha già classificato: età, sesso, gusti. Sa tutto di te. Probabilmente sapendolo in quel negozio non ci saresti mai entrata. Ma cosa vogliono? Mica sei una ladra? Tu vuoi solo farti un giro e non devi per forza comprare qualcosa. E poi chi è che spia?

Facebook, niente più voto agli utenti

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fbUn sistema più coinvolgente, che consenta di ottenere commenti più pertinenti. Con queste motivazioni Facebook cancella la possibilità di voto degli iscritti che consentiva di porre un parere vincolante sui cambiamenti della privacy. Al posto del voto, la piattaforma dà agli utenti la possibilità di essere informati via mail e di partecipare a forum e webcast con il responsabile privacy del Social Network. Un cambiamento che il Wall Street Journal definisce «uno scolorimento della democrazia».

Il sistema di consultazione degli iscritti era stato introdotto da Facebook nel 2009: consentiva di approvare o meno una modifica sulla privacy se alla piattaforma arrivavano più di settemila commenti e se più del 30 per cento degli iscritti partecipava al voto.

Allarme Antifurto Antiaggressione portatile per difesa personale e la difesa della casa

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allarme-antifurto-antiaggressione-bALLARME ANTIAGGRESSIONE

Il segnale di allarme acustico estremamente forte emesso da questo piccolo dispositivo di difesa personale ci aiuta ad attirare su di noi l’attenzione degli altri in caso di emergenza.

Possiamo utilizzarlo come allarme antiaggressione portandolo al collo con il pratico laccio al quale è fissato con un perno metallico. In caso di pericolo basta tirare il dispositivo in modo da fa uscire il perno per scatenare un segnale di allarme molto forte come una sirena e far lampeggiare ad intermittenza la luce integrata

Questo semplice movimento riesce veramente in qualsiasi situazione, sia in situazioni di aggressione o molestia, sia in caso di infortunio. L’attenzione dei passanti viene attirata su di noi e possono aiutarci.

Allarme tascabile antiaggressione per difesa personale

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allarme-tascabile-bL’allarme tascabile antiaggressione è un allarme di protezione per persone ed oggetti, che può essere fissato, con il suo anello in accaio al mazzo di chiavi oppure ai vestiti, borse, cinture etc…

Basta togliere il perno fissato all’anello di metallo dal mini allarme per scatenare un suono di allarme fortissimo (120dB), che si arresta soltanto quando il perno viene reinserito nel dispositivo. Anche il LED ad alta prestazione integrato lampeggia per tutta la durata dell’allarme.

Una volta reinserito il pin di metallo nel dispositivo, l’apparecchio è nuovamente pronto all’utilizzo.

Password, ecco perché non servono più

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Password-ecco-perche-non-servono-piu h partbOramai dovreste conoscere la storia di Mat Honan, il giornalista di Wired USA che è stato vittima di un furto di password e identità da parte di alcuni hacker. Mat si è accorto della violazione dopo aver visto la sua carta di credito, associata all’account Apple, prosciugarsi nel giro di poco. La sorpresa del giornalista, pur esperto di questi temi, non è stata tanto il vedersi l’account violato, cosa che può succedere a chiunque, quanto la comprensione del livello di interconnessioni create dopo qualche anno di utilizzo del web, soprattutto di quello social. Pensate che Mat Honan utilizzava password diverse per ogni suo account.

Sullo “spione” l’ombra degli 007

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decripto«Ricevo degli incarichi dai miei contatti. Mi fanno sapere che, a un orario prestabilito, troverò un’auto in un particolare posto, e dentro quell’auto dei computer. Siccome sono un esperto informatico, queste persone me li affidano affinché io decritti i dati, e glieli consegni comprensibili». E chi sono, questi misteriosi committenti? «Delle persone che mi danno incarichi, come ho detto». E perché glieli danno? E insomma: per chi lavora, Pietro Altana, che una sentenza pronunciata a Genova cinque anni fa definì (al tempo) collaboratore dei servizi segreti?

Arriva il metal detector degli spioni del web

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spioniwebSarà una App a proteggerci dagli spioni del web, che non violano solo il nostro diritto alla riservatezza, sempre più spesso umiliato nel mondo del digitale, ma addirittura guadagnano rivendendo queste ‘preziose’ informazioni per scopi pubblicitari.

I nostri movimenti sul web, a quanto pare, vengono puntualmente sorvegliati e registrati da Google, mentre la nostra pagina Facebook, i nostri amici e contatti e tutte le informazioni scambiate, sono una miniera d’oro per il social network più popolare al mondo.

L’offensiva degli hacker contro Israele

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hacker-israeleÈ stata da subito un’offensiva giocata anche sul campo dei social media, con l’ Israel Defence Forces impegnato a usare i canali di YouTube e Twitter per fornire informazioni sulle proprie operazioni militari negli attacchi sferzati contro Gaza. E ancora oggi, mentre l’attesa tregua viene rimandata e continuano gli scontri, l’offensiva attraverso i social media prosegue. Stavolta però l’esercito israeliano non c’entra: alcuni hacker del gruppo ZCompanyHackingCrew (Zhc, @Z_H_C_) si sono infatti impossessati degli account di YouTube, Twitter, Facebook, LinkedIn, e del blog personale del vice primo ministro israeliano Silvan Shalom. Per mostrare così, attraverso la voce dei social media, “la loro solidarietà con Gaza e alzare la voce contro le brutalità di Israele”, scrivono sul loro account Twitter.