Iran: scoperta in una roccia apparecchiatura per spiare l’impianto di Fordo

0Stando al The SundayTimes di Londra, militari iraniani del corpo delle Guardie rivoluzionarie hanno scoperto di recente una sofisticata apparecchiatura elettronica per lo spionaggio, controllando i dintorni del sito nucleare sotterraneo iraniano di Fordo per verificare i collegamenti telefonici ed elettrici con il centro adibito all’arricchimento dell’uranio.

Israele: ipotesi armi chimiche siriane, l’esercito si esercita nel Golan

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israelegolan-300x200L’esercito israeliano ha tenuto ieri una massiccia esercitazione sulle alture del , al confine con la . Martedì sera, tramite un comunicato radio, il capo di Stato Maggiore israeliano, il generale Benny Gantz, ha richiamato tutti i riservisti residenti nel centro del paese. La manovra, che ha previsto il trasporto aereo e il dispiegamento di un elevato numero di truppe, “era stata pianificata da tempo, e non ha nulla a che vedere con le tensioni con Damasco”, spiegano i vertici dell’Israel Defense Forces (IDF).

Tuttavia, una fonte dell’esercito ha detto al quotidiano israeliano Haaretz che quest’ultima esercitazione “è più di una coincidenza”: in agosto Bashar al-Assad avrebbe dato l’ok per testare da utilizzare contro i suoi oppositori.

Attacco all’Iran, lo scetticismo di israeliani e palestinesi secondo un sondaggio

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israeleaviazione-300x203Circa l’80% degli israeliani e dei palestinesi sostiene che un’offensiva di contro gli impianti nucleari iraniani possa innescare una guerra regionale, mentre circa il 70% di loro afferma che la creazione di uno Stato palestinese entro i prossimi cinque anni “è un progetto quasi inattuabile”.

Il sondaggio congiunto condotto da Harry S. Truman Research Institute for the Advancement of Peace – Department of Communication and Journalism della Hebrew University – Palestinian Center for Policy and Survey Research, ha coinvolto un campione di 1.270 palestinesi adulti residenti in , Gerusalemme Est e Striscia di , e di 600 israeliani. Lo studio è stato pubblicato ieri dal quotidiano israeliano Haaretz.

Guerra all’Iran già cominciata. Flotte Usa e Uk nel Golfo Persico

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libia-navi-USA-missiliNew York – La guerra di strategia contro l’Iran è di fatto già cominciata. Nelle acque del Golfo Persico si stanno ammassando flotte navali che battono bandiera americana e inglese. Da Washington dell’entourage del presidente Barack Obama sono in molti a ritenere plausibile che Israele lancerà un attacco preventivo contro gli impianti nucleari iraniani prima delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti, previste tra meno di 8 settimane.

Un altro modo per dire all’America “hai fallito sulla strada della politica estera”. Visto da Downing Street e dalla Casa Bianca quel segnale potrebbe essere un boomerang fatale: i diplomatici statunitensi e britannici si augurano che quella dimostrazione di forza possa fare breccia a Teheran, mandando un altro segnale al presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad ossia che Nato e Occidente non gli permetteranno mai di sviluppare un arsenale nucleare soprattutto vicino allo Stretto di Hormuz.

Iran, Israele preme per la guerra

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guerra-copiaLe crescenti divergenze sulla questione del nucleare iraniano tra Israele e Stati Uniti stanno emergendo in tutta loro evidenza in questi ultimi giorni attorno ad un possibile ultimatum che Washington dovrebbe imporre per fermare la presunta corsa della Repubblica Islamica verso la realizzazione di un ordigno nucleare. Anche se lo scontro tra i due alleati ha raggiunto toni insolitamente elevati, le reali differenze tra il governo Netanyahu e l’amministrazione Obama appaiono puramente tattiche, dal momento che entrambi condividono in pieno l’obiettivo finale del cambio di regime a Teheran, anche con l’uso della forza.

Usa sotto attacco in Egitto e Yemen Due portaerei americane in Libia

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Ucciso-Christopher-Stevens-ambasciatore-Usa-in-Libia-durante-le-proteste-per-il-film-blasfemo-su-Maometto-6Due navi da guerra americane sono partite alla volta della Libia dopo l’assalto al consolato Usa di Bengasi in cui sono morti quattro americani, fra cui l’ambasciatore Christopher Stevens. Ma, intanto, il film blasfemo su Maometto sta infiammando Nord Africa e Medio Oriente. Una folla di manifestanti ha assaltato l’ambasciata americana a Sanaa, in Yenmen e polizia ha sparato colpi in aria per disperdere la folla. Scontri sono in corso anche in Egitto: gli agenti hanno disperso con i gas lacrimogeni nella notte una folla che manifestava davanti all’ambasciata Usa al Cairo per protestare contro la pellicola sul Profeta. Il bilancio degli scontri e’ di 13 feriti.

Libia, a Bengasi uccisi l’ambasciatore Usa e tre funzionari

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bengasi2Un folto gruppo di persone ha messo a ferro e fuoco il consolato americano a Bengasi, in Libia. Testimoni hanno riferito che uomini armati hanno esploso spari in aria, bruciando gran parte dell’edificio.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la pellicola prodotta da un gruppo di copti residenti negli Stati Uniti. Un trailer del film è stato pubblicato su Youtube. Nell’attacco, sono morti l’ambasciatore americano Chris Stevens e tre funzionari della sede diplomatica. 

Iraq, ex vice presidente Al-Hashimi condannato a morte

Al-Hashimi

Al-HashimiLa guerra civile irachena continua a colpi di attentati e sentenze di tribunale. A Baghdad la Corte criminale ha condannato in contumacia a morte per impiccagione l’ex vice presidente del dopo Saddam Tariq Al-Hashimi, rifugiatosi in Turchia dall’anno scorso dopo essere stato accusato di essere l’organizzatore di “squadroni della morte”. La sentenza s’inquadra negli scontri settari che da tempo insanguinano il paese. Al Hashimi è infatti un rappresentante della minoranza sunnita e un feroce critico del primo ministro sciita Nuri Al-Maliki.

Siria: la guerra invisibile delle spie

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Siria-la-guerra-invisibile-delle-spie h partbL’intervento militare internazionale, come quello che l’anno scorso vide la Nato e alcuni Paesi arabi contribuire con aerei, truppe e armi alla caduta del regime libico di Muammar Gheddafi, ancora non c’è ma non per questo mancano gli elementi che indicano le crescenti ingerenze straniere nella guerra civile siriana. A sconsigliare un’azione militare diretta contro il regime di Bashar Assad contribuiscono gli aiuti che Mosca, Pechino e Iran forniscono a Damasco e soprattutto la consapevolezza che un attacco al regime, anche se condotto con mezzi aerei, non sarebbe certo a costo zero come fu quello libico poiché le difese aeree siriane dispongono dei migliori sistemi di difesa aerea russi e farebbero pagare un prezzo elevato agli aggressori.

Mercenari italiani combattono in Siria?

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armiUn giallo internazionale in piena regola. E il sospetto che quattro italiani (contractor? spie ingaggiate da qualcuno dei contendenti?) abbiano preso parte ai combattimenti in Siria, anche se ancora non si sa da quale parte. Anzi c’è molto più di un sospetto.
La storia, che le autorità di Beirut hanno cercato di occultare, risale a luglio, quando in Libano sono stati bloccati quattro uomini appena entrati nel paese, ma proveninenti dalla Siria. Fermati ad un posto di blocco, i quattro hanno esibito regolari passaporti italiani, ma con nomi inglesi (o americani): James Newton, Andrew Robert, Thomas Oliver e Sam (non si è saputo il cognome).